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Natuzza, conclusi i festeggiamenti nel decimo anniversario della morte

Tantissime le visite alla tomba della mistica da parte dei numerosi fedeli che hanno affollato le vie di Paravati

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Tantissimi i fedeli che hanno affollato – nonostante le divisioni e le polemiche – Mileto, ma in particolare in occasione del decimo anniversario della morte di Natuzza Evolo. Incessanti le visite alla tomba di Mamma Natuzza e i momenti di preghiera nella chiesa della Madonna degli Angeli di Paravati. Ma il momento centrale è stata la messa del vescovo in Cattedrale – presenti i figli della mistica Antonio, Angela e Franco insieme ai loro familiari. .

“La sanità ha detto il presule nel corso dell’’omelia con tanti riferimenti a Natuzza non è altro che la realizzazione del progetto di amore che Dio ha su di noi. Santi non si nasce, ma si diventa giorno per giorno mettendoci a disposizione di Dio. Santo, di conseguenza, non è il perfetto, uno che non è caduto mai in qualche colpa, ma chi sa risollevarsi confidando nell’amore misericordioso di Dio. Questo ci spinge a pensare che tutti possiamo e dobbiamo guardare alla santità come meta normale della nostra vita. Il vero male delle nostre comunità è di non essere sante abbastanza, è di credere che la santità sia solo per pochi e non può essere raggiunta da tutti.

La santità, invece – ha aggiunto il presule – è la via per tutti. E’ questo, tra l’altro, l’insegnamento che ci ha lasciato Natuzza, che, pur analfabeta e senza cultura, ha saputo entrare nel cuore di Dio ed ha fatto entrare Dio nel suo cuore facendolo sentire a casa sua. Santo è chi vive questa intimità con Dio senza tralasciare le cose della terra. Natuzza Evolo è stata questo; è stata una testimone autentica del messaggio cristiano, tanto da poter stimolare chiunque di noi a procurarci accanto a lei un posto in Paradiso tra i Santi. Qual’è la strada che conduce, pertanto, alla santità? Ce la indica Gesù nel Discorso della montagna, le Beatitudini, che abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo di Matteo (5, 1-12). Le Beatitudini sono la Carta Costituzionale della vita cristiana, sono le regole d’oro della santità. Sentire Gesù che proclama e dichiara “beati”, e quindi “santi”, i poveri in spirito, cioè quelli che non si attaccano e non si lasciano corrompere dalle cose di questo mondo; quelli che lottano e soffrono per la giustizia; i miti ed i misericordiosi; i puri di cuore, quelli che si impegnano per la pace: sono tutti modelli che devono farci riflettere e scuoterci nella coscienza”.

Ed ancora. “Come siamo lontani da questo modello! Tra noi ci sono guerre, divisioni e violenze dovunque, perfino in famiglia, desiderio scatenato di vendetta e di rifiuto del perdono, gente che sfrutta senza scrupolo e semina morte per poi magari chiedere e pretendere di portare le statue dei santi in processione! Che serve dire di voler onorare i santi se poi la nostra vita è una bestemmia di disonore? I Santi ci ricordano che per onorarli degnamente bisogna imitare il loro esempio ed il loro impegno costante nel trasformare in noi e fuori di noi il male in bene, l’egoismo in altruismo, la vendetta in perdono. Oggi poi si tratta anche di andare controcorrente, pronti a smontare la mentalità del mondo nello spirito e nella lettera delle Beatitudini. Ciò che spinge a cambiare stile di vita è certamente la Grazia di Dio. E’ questa che ci fa scoprire la gioia e la bellezza dell’essere battezzati, dell’essere e sentirci figli di Dio. I Santi – e Natuzza è tra questi – con la loro testimonianza ci stimolano e ci aiutano a capire che questo traguardo è possibile, è alla portata di tutti: ciò che conta è prendere gusto a farsi amare da Dio. Non si tratta, pertanto, di fare miracoli, di essere eroi o di non sbagliare mai, ma di farsi amare da Dio ogni giorno di più aprendo a Lui il nostro cuore ed aprendo a nostra volta il nostro cuore al prossimo. E’ l’amore con cui facciamo le cose che le rende buone per noi e per gli altri. “Ama e fai ciò che vuoi!”, diceva S. Agostino. L’amore vero e disinteressato cambia le logiche del nostro povero mondo perverso”.

Il vescovo ha quindi offerto una sua testimonianza personale. “Tempo fa mi è stato chiesto da un giornalista – ha detto Renzo – cosa Natuzza Evolo può comunicare all’attuale società del provvisorio? Rispondevo che con la sua semplicità disarmante e con la sua profonda spiritualità Natuzza è una vera sfida alla nostra cultura liquida, caratterizzata dalla ricerca dell’effimero, del successo, dell’apparire, del contingente. Comunica l’amore alla vita. Questo è il suo primo messaggio convincente. Insegna il ricupero della spiritualità e della interiorità come la via più breve e sicura per uscire dall’aridità del cuore ed intraprendere un percorso serio di fede e di umanità. Con Gesù, riferimento e modello di uno stile di vita più umano e responsabile, saremo tutti vincitori sulla nostra cultura del provvisorio e del relativismo totale. Un mondo senza Dio è un mondo senza uomo. Dio non mortifica, ma anzi nobilita l’immagine autentica dell’uomo. L’uomo viene prima delle cose. Con la sua spiritualità Natuzza ci offre questi stimoli e con la sua semplicità serena e col suo senso di maternità profonda offre alla Chiesa ed a tutti l’esempio di un servizio umile, genuino e sofferto fino ad accettare di salire con Gesù sulla Croce.

Nel pomeriggio si è tenuto poi il concerto nella chiesa della Villa della Gioia del Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia, con l’Orchestra intercomunale Tirrenium della Provincia di Vibo Valentia, l’Istituto comprensivo Laureana Galatro Feroleto e Buffet Group Paris. Titolo del concerto, particolarmente applaudito, “Uniti agli angeli e ai santi. I giovani calabresi con Natuzza lodano Dio” diretto da Maurizio Managò e con la partecipazione dei soprani Federica Lacquaniti e Maria Caterina Rottura. Le varie esibizioni sono state dirette dai maestri Michele Catalano, Bruno Carrera, Franco Castagnino, Francesco Conidi, Cosimo De Masi, Domenico Di Vasto, Maurizio Managò, Salvatore Mazzei, Stefano Paone, Francesco Novello, Pino Salerno e Bruno Zema. .In serata infine è stata celebrata una messa per Natuzza nella chiesa della Madonna degli Angeli concelebrata da don Domenico Muscari e don Francesco Sicari.

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