Cronaca

‘Ndrangheta nelle Serre, i racconti dei pentiti e gli “affari” dei Chiefari-Iozzo

Dalle interferenze nei lavori della "Trasversale delle Serre" fino alle mazzette per gli stand alla fiera della Madonna delle Grazie di Torre di Ruggero. Ecco i nomi di tutti i 29 indagati

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Due famiglie legate da vincoli familiari e alleate tra di loro nel predominio della zona delle Serre catanzaresi. Da una parte i Chiefari, dall'altra gli Iozzo. Due nuclei familiari, uno stesso sodalizio di 'ndrangheta operante nell'area di Chiaravalle Centrale, Cardinale e Torre di Ruggero. E' quanto ricostruisce l'ultima inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri e sfociata all'alba di oggi nell'operazione condotta dai carabinieri che ha portato all'arresto di 17 persone.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. A consolidare il quadro indiziario costruito dagli inquirenti anche le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. In particolare Domenico Todaro nei sui interrogatori ha riferito come gli Iozzo costituirebbero un autonomo gruppo criminale nella zona di Chiaravalle Centrale con a capo Mario Iozzo, detto "Marino". Vincenzo Todaro ha invece riferito che per l'esecuzione delle rapine bisognava chiedere il permesso ai Chiefari di Torre Ruggero e agli Iozzo "i quali - spiega il pentito - erano sempre presenti sul territorio e dovevano essere a conoscenza di tutti ciò che accadeva". Lo stesso Todaro ha parlato dell'affiliazione di tutti i fratelli Iozzo (Mario, Luciano, Pino, Gianfranco e Saverio) alla cosca Gallace. Ancora più preciso il collaboratore di giustizia Gianni Creterola che agli inquirenti ha riferito di far parte della 'ndrina di Gagliato capeggiata da Massimiliano Sestito alle dipendenze del "locale" di Serra San Bruno con a capo Damiano Vallelunga (ora defunto). Secondo quanto sostenuto da Creterola di quest'ultimo "Locale" facevano parte i Comuni di Soverato di cui era capo 'ndrina Vittorio Sia; Chiaravalle Centrale con a capo gli Iozzo; San Sostene con i Lentini e i Procopio; Torre di Ruggero con i Chiefari, capeggiati da Antonio Chiefari; e Vallefiorita con i Bruno.




La famiglia Iozzo. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il nucleo familiare degli Iozzo di Chiaravalle Centrale sarebbe costituito dai fratelli Iozzo: Mario, detto Marino, Giuseppe Gregorio, Luciano e Gianfranco. Per gli inquirenti un ruolo rilevante lo avrebbe anche il figlio di Mario, Raffaele Iozzo. Nella loro disponibilità avrebbero armi di uso comune e da guerra e sarebbero dediti alle estorsioni ai danni dei commercianti e degli imprenditori boschivi oltre al traffico di droga.

La famiglia Chiefari. Il punto di riferimento sarebbe Antonio Chiefari, nonché i figli Vito, Pietro Antonio, Domenico Giuseppe e Nicola. Secondo l'accusa gestirebbero varie attività imprenditoriali e sarebbero operanti principalmente nel settore degli scavi e del movimento terra nonché nel settore agricolo. Controllerebbero il territorio, in particolare quello di Torre Ruggero, attraverso la forza intimidatrice originata dal vincolo associativo che permetterebbe loro di interferire nelle attività economiche della zona e, in particolare, sulle grandi opere relative alla costruzione della "Trasversale delle Serre". Un'ingerenza - raccontano i collaboratori di giustizia - che si sarebbe manifestata per mezzo della stipula di contratti di noleggio di macchinari in favore dell'Ati aggiudicatrice dell'appalto mediante una società riconducibile alla famiglia Chiefari. Non solo, i Chiefari avrebbero anche gestito il business degli spazi alla fiera della Madonna delle Grazie di Torre Ruggero imponendo e dettando le loro regole.

Le misure cautelari. In carcere sono finiti appartenenti e fiancheggiatori del clan. Si tratta di Marco Catricalà di Chiaravalle, Antonio Chiefari, inteso “Tartaru” di Torre Ruggero, Vito Chiefari di Torre Ruggero, Alexandr Daniele, inteso “Sasha” di Palermiti, Damiano Fabiano di Chiaravalle, Antonio Gullà di Chiaravalle, Mario Iozzo, intesi “Marino” di Chiaravalle, Luciano Iozzo di Chiaravalle, Giovanni Giuseppe Iozzo di Chiaravalle, Gregorio Giuseppe Iozzo di Chiaravalle, Raffaele Iozzo di Chiaravalle, Andrea Maida, inteso “U babbo” di Chiaravalle, Antonio Maiolo di Mongiana, Giuseppe Marco Marchese di Chiaravalle, Antonio Rei, inteso “U bellino” di Chiaravalle, Salvatore Russo, inteso “u porco” di Chiaravalle, Marco Sasso domiciliato a Roccelletta di Borgia.

Gli indagati. Complessivamente sono 29 tutti gli indagati, di cui 12 a piede libero. Si tratta di Domenico Chiefari di Torre Ruggero; Giuseppe Chiefari di Torre Ruggero; Nicola Chiefari di Torre Ruggero; Pietro Antonio Chiefari di Chiaravalle; Stefano Dominelli di San Vito sullo Ionio; Giuseppe Garieri di Chiaravalle; Mario Salvatore Garieri di Chiaravalle; Gianfranco Iozzo di Chiaravalle, Claudio Marchese di Chiaravalle; Stefano Pasquino di Chiaravalle; Giuseppe Pitaro di Catanzaro; Marta Sanginiti di Soverato.

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