Primo piano 2

Vibo, il Comune punta a ristabilire legalità negli alloggi popolari. Ecco il piano

Altissima la percentuale di case occupate senza titolo e senza che vengano pagate le tasse.

conf-stampa

Dal ripristino della legalità non si prescinde e l’amministrazione di palazzo “Luigi Razza” intende muoversi in tal direzione anche sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica. “Ci sono leggi e regolamenti da rispettare” anche per chi per anni si è permesso il lusso di occupare le vecchie case popolari, rimanendo perfettamente indisturbato. Da questo momento, la sinfonia sarà decisamente differente. Il sindaco Maria Limardo, l’assessore al Patrimonio Pasquale Scalamogna, il comandante dei Vigili urbani Filippo Nesci ed Antonello Nusdeo lo hanno espresso a chiare lettere nel pomeriggio di ieri quando, in sala giunta, è stato chiarito nero su bianco l’iter che l’Ente intende perseguire, su un fronte decisamente delicato.

Sono i numeri a dare la dimensione del problema che per il Comune e per i cittadini potrebbe trasformarsi in una opportunità: il Comune può contare, oggi, su circa 300 abitazioni di proprietà, 218 delle quali risultano censite. Un patrimonio tutt’altro che irrilevante, sul quale gravano però alcune forme di diffusa illegalità rispetto alle quali venire a capo. L’evasione dei tributi fondamentali come il canone idrico e la Tari è stata calcolata tra il 60 e l’80%; le occupazioni abusive, dai primi calcoli, oscillano tra il 35 ed il 45%. “Il censimento – ha esordito il sindaco Maria Limardo – sarà utile anzitutto per uscire da una situazione di abusivismo per normalizzare la situazione. Stiamo procedendo a verificare i requisiti di permanenza nelle case popolari con l’obiettivo di mettere a punto un bando per le alienazioni”. Insomma, “l’intento – ha sbottato Maria Limardo – è di mettere ordine laddove regnava il disordine” incassando canone e tributi. Da qui al 2021, infatti, verranno messi in vendita 175 immobili. Operazione alla quale seguirà il bando per le assegnazioni delle case. Concetti esplicitati anche dall’assessore al Patrimonio Pasquale Scalamogna: “Dobbiamo recuperare la legalità in questo settore a 360 gradi – ha esordito Scalamogna -. E bisogna dire che, a seguito dei nostri avvisi e degli accertamenti già qualcuno che non aveva diritto a stare nell’immobile occupato si è precipitato a portare le chiavi in Comune. Il nostro intento è di liberare alcuni appartamenti per poi andare incontro alle richieste dei cittadini”. D’altronde “ogni giorno più gente ci chiede una casa. E il lavoro in sinergia – ha fatto eco l’assessore alle Politiche sociali Franca Falduto – ci può consentire di rispondere ad esigenze di prima necessità”. Gli appartamenti sono di varia grandezza. Ad ogni modo si prevede che mediamente con un canone compreso tra i 75 ed i 120 euro sarà possibile garantirsi da qui a qualche anno un immobile. “Soldi che il Comune – ha chiosato l’assessore al Patrimonio – reinvestirebbe per dare decoro a quelle abitazioni”.

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