Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri di Catanzaro e di Lamezia Terme sono impegnati in un’operazione contro la ‘ndrangheta della piana lametina. I militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 28 persone, tra affiliati e contigui della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, gruppo criminale operante nel traffico di stupefacenti nonché già responsabile, tra l’altro, di una aggressiva e violenta attività estorsiva nei confronti di commercianti e imprenditori di Lamezia Terme.
I nomi. L’operazione è stata denomianta “Crisalide 3″Il provvedimento di custodia cautelare riguarda le seguenti persone: Francesco Gigliotti, 30 anni di Lamezia Terme; Davide Belville, inteso “Trachino, 24 anni di Lamezia Terme; Salvatore D’Agostino, inteso “Cirillo” o “Cirino”, 32 anni di Lamezia Terme; Antonio Gullo, 52 anni di Nicastro; Luigi Vincenzini, inteso “Cosimo” o “Cosimino”, 31 anni di Lamezia; Piero De Sarro, 34 anni di Lamezia Terme; Flavio Bevilacqua, 27 anni di Lamezia Terme; Salvatore Fiorino, alias “Turuzzo”, 64 anni di Lamezia Terme; Antonio Grande, 37 anni di Lamezia Terme; Gianluca Adone, alias “Blob” 45 anni di Lamezia Terme; Antonio La Polla, 30 anni di Lamezia Terme; Carlo Sacco, Filippo Sacco, 23 anni di Lamezia Terme; Alessandro Trovato, 41 anni di Lamezia Terme; Pasquale Mercuri, inteso “U’ Lupu” 30 anni di Lamezia Terme; Pasquale Butera, 30 anni di Lamezia Terme; Nicholas Izzo, 23 anni di Lamezia Terme; Ottorino Rainieri, 40 anni di Lamezia Terme; Francesca Falvo, 32 anni di Lamezia Terme; Pasquale Gullo, 48 anni di Lamezia Terme; Cristian Greco, 31 anni di Lamezia Terme; Giovanni Torcasio, 59 anni di Lamezia Terme; Nicola Gualtieri, 74 anni di Nicastro; Pasquale Cerra, alias “Ciancimino”, 52 anni di Nicastro; Nino Cerra, 28 anni di Lamezia Terme; Antonio Paradiso, alias “Zu’ Toto” di Lamezia Terme; Giuseppe Gullo, inteso Pino 54 anni di Lamezia Terme; Giuseppe Galluzzi 23 anni di Lamezia Terme.
“Cosca agguerrita”. “Un’indagine – ha detto in conferenza stampa Nicola Gratteri – che ha riguardato famiglie storiche di mafia di Serie A”. E la cosca lametina è stata definita “agguerrita” per le modalità con le quali agiva. Nonostante i diversi arresti che hanno portato alla decapitazione dei vertici, il clan continuava a controllare il territorio grazie a lavoro delle “nuove leve” impegnate in quella che il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla ha definito “una massiccia attività estorsiva ed intimidatoria”. Per mettere sotto pressione i commercianti e gli imprenditori lametini sarebbero stati utilizzati anche minorenni, incaricati di acquistare giochi pirotecnici da utilizzare per confezionare gli ordigni necessari agli attentati dinamitardi. “Una cosca – ha sottolineato Capomolla – molto radicata, capace di restare in auge nonostante i vari blitz subiti, e infatti abbiamo accertato anche i costanti contatti che i vertici del sodalizio tenevano con gli affiliati anche dal carcere. Questa operazione – ha aggiunto il magistrato – si inserisce nella nostra costante azione di contrasto e conferma la necessita’ di non abbassare la guardia sulla realta’ di Lamezia Terme”. Di “azione sinergia e di squadra” alla base del successo investigativo sotteso all’operazione “Crisalide 3” ha parlato il nuovo comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, il colonnello Antonio Montanaro, insediatosi pochi giorni fa nel capoluogo calabrese: “Questo blitz – ha proseguito Montanaro – si colloca nel solco del grande lavoro fatto mirabilmente in questi anni”. A sua volta, il tenente colonnello Giuseppe Carubia, comandante del Reparto operativo provinciale dei carabinieri, ha delineato le dinamiche cella cosca disarticolata con questa operazione che – ha spiegato – “praticamente ha completato il quadro organizzativo di questa organizzazione”.