Cronaca

‘Ndrangheta, “inchino” sospetto a Ventimiglia durante la processione della Madonna di Polsi

La scena immortalata dalle telecamere di un'associazione antimafia è al vaglio della Dia e le immagini stanno facendo il giro del web

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Un altro “inchino” sospetto. Succede durante la processo della Madonna di Polsi. Non in Calabria ma in Liguria, a Ventimiglia. E’ qui che le telecamere dell’associazione Casa della Legalità, da sempre in prima linea sul fronte dell’antimafia, hanno immortalato la scena che desta più di un dubbio. E’ un attimo: la processione si ferma e i portatori rivolgono un cenno a un anziano seduto su una sedia che ricambia. Immagini girate domenica al vaglio degli investigatori della Dia perché Ventimiglia è lontana dalla Calabria ma è – secondo quanto emerso da alcune inchiesta – terra di ‘ndrangheta e quel sospetto “inchino” potrebbe anche essere un omaggio. La scena ha già fatto il giro del web rimbalzando da giornale in giornale fino ad arrivare sui canali di Repubblica assumendo così un risalto nazionale.

La processione era quella dedicata alla Madonna di Polsi nella chiesa di San Michele Arcangelo, che in Calabria assume particolare importanza poiché venerata dagli uomini delle cosche. “La partecipazione – riferisce l’edizione online del quotidiano – non è numerosa come in passato. Quando la statua della Madonna di Polsi arriva in prossimità di Carmelo Palamara, fratello di Antonio, questi, seduto con la moglie vicino alla porta di Ventimiglia, fa un gesto di saluto ed il segno della croce e quindi la statua si ferma. Quando riparte la processione Carmelo Palamara, con la moglie, si alza, e si inserisce nella processione. Antonio Palamara, morto nel 2017, venne condannato in primo grado nel processo La Svolta a 14 anni per mafia e poi era stato assolto in appello”.

Il nome dei Palamara compare nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Anrtimafia: “La struttura di Ventimiglia – è stato scritto nel secondo semestre 2017 – sarebbe controllata dalle famiglie Marcianò e Palamara, quest’ultima legata da vincoli parentali alla ‘ndrina Alvaro egemone a Sinopoli (Reggio Calabria)”.

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