Cronaca

Avvocato si droga, offende e picchia la moglie: arrestato

Le indagini lampo eseguite dagli scrupolosi investigatori della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Catanzaro Lido

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Nella serata di sabato 10 agosto gli agenti del Commissariato di Catanzaro Lido hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di G.V. di anni 48, di professione avvocato, perché responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie.

La denuncia. Nella denuncia presentata lo scorso 8 agosto, la vittima dei maltrattamenti ha raccontato gli ultimi anni di convivenza con il proprio coniuge, divenuti nel tempo sempre più difficili per il carattere violento del marito, aggravato anche dall’abuso di sostanze stupefacenti dell’uomo che, col passare del tempo, la moglie ha tristemente constatato. Avute le prove dell’uso della cocaina da parte del marito, per la donna è iniziato un inferno: insulti, gravissime minacce (anche con allarmanti allusioni ad amicizie dell’uomo nella criminalità organizzata), percosse, aggressione, si sono susseguite negli anni e, a parte una breve parentesi coincisa con la nascita di una figlia, sono andate sempre in crescendo, fino a culminare in una giornata del corrente mese di agosto, in cui un’ennesima lite è sfociata in vie di fatto, tanto da indurre la vittima a fuggire di casa.

Le indagini. Le indagini lampo eseguite dagli scrupolosi investigatori della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Catanzaro Lido, nell’ambito delle direttive fornite dal pm Irene Crea, hanno consentito di circostanziare e comprovare quanto raccontato dalla donna, facendo emergere in maniera evidente i numerosi episodi di violenza, fisica e morale, cui la donna era da tempo vittima e la forte carica aggressiva e denigratoria dell’uomo che peraltro non si è mai posto scrupoli nel porre in essere la propria condotta anche davanti alla figlia, in tenera età.

La misura cautelare. La gravità dei fatti, la pericolosità del soggetto e la evidente recrudescenza dei comportamenti dell’indagato disvelati dalle indagini, hanno pertanto indotto il pm a richiedere al gip la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, considerato il rischio concreto di una reiterazione di atti violenti, sia nei confronti della moglie che dei familiari della stessa.

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