Cronaca

Paradossi vibonesi, salva otto cani da morte sicura e viene multata (FOTO)

Le buone azioni si pagano, cos’altro è possibile pensare davanti alla disavventura di Teresa Comito, il cui amore per gli animali l’ha portata a togliere dalle strade di Vibo Valentia otto cani abbandonati, una madre e sette cuccioli, malnutriti e ammalati gravemente. La signora, per questo suo gesto di amore, è stata multata da un vigile urbano per 385 euro, sulla base di una legge regionale che prevede una sanzione per chi non microcippa le povere bestiole, normativa giusta e legittima in tutela degli animali di proprietà che spesso in estate vengono abbandonati per strada. Se la ragione della norma è questa, non si capisce come mai si debba punire chi, invece, gli animali li salva. “Quando ho visto questi cani abbandonati – ci dice Teresa Comito – su consiglio della associazione a cui ero iscritta, li ho raccolti e portati al canile municipale, dove mi fu risposto che non c’erano le condizioni per poterli accogliere, forse perchè erano gravemente malati. Avrei dovuto riportarli dove li avevo trovati, invece d’istinto ho deciso di prenderli in cura e di trovare un posto dove tenerli in stallo. Questo avveniva circa un anno fa”.

Teresa decide, quindi, di tenere i cani e di curarli, erano affetti dalla parvovirosi. Una cura che è costata molto più della multa elevata da un fin troppo zelante vigile. Ad aiutarla in questa difficile avventura è una sua amica Lucia Rizzi. “Restava con me fino a tarda sera, talvolta facevamo anche l’una di notte – ricorda Teresa Comito – dovevamo fare le flebo con vitamine, anti vomito ed anti emorragico, con un costo a volte attorno ai 50 euro al giorno. Purtroppo tre bestiole non ce l’hanno fatta e sono morte dopo pochi giorni”.
I cinque cani adesso vivono felici, sani e riconoscenti a chi le ha sottratte alla strada e li ha salvate da morte certa. Ed è così che, una volta guariti, Teresa decide alla fine di adottarli, dopo tanta fatica e si predispone ad iscriverli all’anagrafe canina e a sottoporli al microchip, come previsto dalla legge regionali per chi possiede cani. Solo che il vigile arriva poco prima che tale adempimento venga completato e la multa. «Essere stata punita per aver soccorso dei cani e averli salvati, evitando che diffondessero la malattia ad altri randagi mi sembra veramente ingiusto – denuncia Teresa – onori non ne voglio, non sono un’eroina, non chiedo nulla, ma fa tanta rabbia, però, vedere un certo modo di applicare le leggi, davanti al quale noi cittadini non abbiamo ragioni e dobbiamo solo soccombere».

Siamo certi che sanzionare in modo indiscriminato anche ciò che obiettivamente è un giusto agire, voglia dire fare un servizio alla comunità? Siamo sicuri che la lotta al randagismo e all’abbandono si faccia sanzionando chi dimostra grande amore per gli animali e, spesso, si deve sostituire alle istituzioni? Altrove, vedi Curinga (dove è previsto un contributo, ndr), tanto per rimanere in Calabria, si premia chi adotta un cane, da noi lo si multa. Sarà dura lex, sed lex, ma così è troppo dura, il buon senso a volte può aiutare. Chissà se qualcuno nelle istituzioni si senta in dovere di intervenire per modificando una norma abnorme e per aiutare Teresa e chi ama gli animali. Teresa, comunque, non si demoralizza e non si arrende e promette che continuerà a curare altri cani di strada, come ha fatto in passato in tante altre occasioni.

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