Cronaca

Traffico di cocaina dal Marocco all’Europa fino all’Italia, lascia i domiciliari Elisabetta Kotja

Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha ordinato un nuovo giudizio dinanzi al Tribunale del Riesame

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La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Giovanni Vecchio nell’interesse di Elisabetta Kotja, indagata nell’ambito del procedimento denominato “Ossessione”.

L’ipotesi accusatoria riguarda le vicende che ruotano intorno al tentativo d’importazione dal Marocco di tre tonnellate di hashish, importazione e sequestro di 429 kg della medesima sostanza provenienti dal Marocco via Spagna; oltre che del sequestro di cocaina 1 kg di cocaina.

La vicenda in oggetto, in estrema sintesi, riguarda il sequestro di 1 kg cocaina, rinvenuta nella disponibilità di Tonino Mazzaferro e ricevuta da fornitori mai identificati. Nel corso delle indagini si ipotizza il tentativo di importazione di un’ingente partita di hashish, approvvigionata da un’organizzazione criminale operante in Marocco e commissionata alla stessa dai fratelli Costantino, per mediazione di Daniele e Vito Jordan Bosco, questi ultimi in contatto con altri soggetti di stanza in Italia ed identificati in Ivo Menotta e  Carlo Cuccia i quali garantivano, durante le fasi di pianificazione, il necessario raccordo informativo. Il narcotico, giunto a Milano dalla Spagna, attraverso il trasporto su gomma, rappresentava un carico di prova, prodromico ad una successiva e assai più ingente importazione di circa 3.000 kg che, a causa del sequestro operato da questa p.g., di fatto non si perfezionava in quanto, alcuni dei principali artefici, in quell’occasione, venivano tratti in arresto e/o comunque si davano alla fuga, facendo perdere le proprie tracce. Per di più, come accennato in premessa, lo stupefacente sarebbe transitato dal capoluogo lombardo; buona parte di esso, infatti, sarebbe poi stato spedito in Calabria da NARCISO Antonio. Si ipotizza, infatti, che i fratelli Costantino, accertata la possibilità di importare il narcotico, si prodigassero, sin da subito, nel pianificare l’illecita transazione curando, in prima persona, ogni singolo particolare.
Salvatore Antonino si sarebbe occupato del reperimento dei fondi necessari per l’acquisto del carico, investiti nell’occasione, anche da Luigi Aquilano, Tonino Mazzaferro ed Elisabetta Kotja, compagna albanese di Costantino.

La donnaq è stata raggiunta dapprima da fermo emesso dalla Dda di Catanzaro e cautelata in carcere. In seguito al rinnovo della misura da parte del Gip di Catanzaro, in accoglimento parziale della domanda di riesame, il Tribunale di Catanzaro applicava la misura degli arresti domiciliari. Tale ordinanza è stata oggetto di annullamento da parte del Collegio di legittimità, che ha ordinato un nuovo giudizio dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro.

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