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L’INTERVISTA | Scontro nel centrosinistra vibonese, Lo Schiavo esce allo scoperto: “Serviva ben altra sostanza”

L'ex candidato a sindaco parla delle scelte "sbagliate" della dirigenza del Partito democratico e lancia frecciate indirette ai leader dem

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Antonio Lo Schiavo ha guidato la coalizione di centrosinistra nel 2015. Successivamente è uscito dal Pd, rimanendo sempre nell’area progressista. Alle ultime amministrative, non si è candidato ma ha sostenuto, attraverso una compagine ispirata dall’imprenditore Enzo Mirabello, la candidatura di Stefano Luciano. Conclusa la tornata elettorale, però, i toni con la dirigenza del Pd si sono nuovamente alzati.

Antonio Lo Schiavo, come ci si sente a stare fuori dal consiglio comunale, nonostante tutti ritenessero, dopo cinque anni all’opposizione, che fosse lei il candidato del centrosinistra alle scorse elezioni amministrative?

Sarò sincero, mi sarebbe piaciuto potere ridare un contributo alla mia città .Ma non vi sono state le condizioni, personali e politiche.
Il centrosinistra si è presentato all’appuntamento debolissimo, a causa di errori compiuti e divisioni alimentate anche da chi ha rappresentato il pd in questi anni, a cui si è aggiunto un evidente veto politico ad una mia eventuale candidatura.
Ricorderà la polemica sulla “mancanza di sostanza”.
Non vi è la prova di come sarebbe andata con una mia discesa in campo, ma le scelte che qualcuno ha imposto, e qui vi sono i risultati concreti a parlare, non hanno raggiunto i risultati vantati, tant’è che la coalizione di centrosinistra ha registrato il peggiore risultato di sempre nelle elezioni amministrative di Vibo, e il pd il peggiore risultato storico avendo dimezzato i suoi voti.
Me lo lasci dire a me questa volta: “serviva sostanza”, ma ben “altra sostanza” da quella vantata da qualcuno.

In realtà qualcuno nel Pd parla di buon risultato, essendosi presentato il partito alle elezioni dopo la fuoriuscita dell’ intero gruppo consiliare.

Guardi bisogna essere masochisti per parlare di buon risultato . La destra , nonostante tutti i limiti amministrativi evidenziati negli scorsi anni, continua a vincere da più elezioni, e quindi non riesco a capire come si fa a vedere il bicchiere mezzo pieno. Io in realtà sono invece preoccupato e mi domanderei : perché in cosi tanti hanno abbandonato il partito democratico vibonese in questi anni, in una sorta di diaspora silenziosa? E’ sempre colpa degli altri, o invece vi è qualcosa che non funziona nelle dinamiche interne a questo partito ?
Quando si perdono elezioni comunali, politiche , provinciali, e di nuovo comunali a Vibo , generalmente scatta un campanello di allarme e dai livelli regionali e nazionali si interviene per capire le ragioni di continue sconfitte.
Vibo invece è considerata una sorta di terra di confine, forse a causa dell’irrilevanza e marginalità di questo territorio. In questo contesto, si lascia fare, e continuano quindi a fare la parte di leone i vecchi camaleonti della politica, quelli che sono stati sempre con il carro vincente, a cominciare da Bersani, proseguendo con Renzi e oggi con Zingaretti. Ma si tratta di personaggi che non godono più del consenso dell’opinione pubblica, pur avendo a disposizione un meccanismo di controllo dopato del partito.

Come giudica le divisioni nell’opposizione e gli attacchi riservati a lei e alla Pilegi in questi giorni da parte del partito democratico?

In primo luogo ci tengo a dire che io ho il massimo rispetto per gli elettori del partito democratico e per molti dei suoi militanti e dirigenti, anche a Vibo Valentia. Il pd è un grande partito di massa, che rappresenta oggi nello scenario nazionale la principale forza politica alternativa ad una visione di società pericolosa, egoista e intollerante.
Purtroppo però nei territori, ed in particolare nel mezzogiorno, i suoi gruppi dirigenti non sempre sono stati all’altezza della sfida a cui sono stati chiamati.
Ritornando alla sua domanda, mi ero ripromesso che non avrei polemizzato e dato seguito a questi articoli, e manterrò fede al mio impegno. Mi sembra di capire che siano attacchi senza senso, frutto di polemiche di bassa lega.
Io spero che l’opposizione si ritrovi unita, ma per fare questo bisogna superare tutto ciò che non ha funzionato nell’ultima campagna elettorale.
Mi sembra invece che ancora una volta qualcuno voglia continuare sulla stessa strada, con attacchi personali a coloro che vengono visti come avversari, continuando ad alimentare divisioni inutili nel il proprio campo.
Questa strategia non paga mai, ed ha già portato alla sconfitta.
Più si è divisi più si è tutti più deboli.

Ci può dare una valutazione dell’inizio della consiliatura guidata dal sindaco Maria Limardo?

E’ troppo presto per dare un giudizio sull’amministrazione.
Mi sembra che abbiano molta voglia di fare e siano state azzeccate alcune nomine e alcuni profili nella giunta comunale. Tuttavia ancora il difficile deve arrivare, le questioni di fondo devono essere affrontate, e non basta certo la pulizia delle strade , che pur è importante, a dare una svolta alla città .
Serve una visione strategica e idee per il futuro perché la città è in ginocchio da un punto di vista economico e sociale .
Tocco con mano, per questioni lavorative , il polso dell’economia cittadina : Vibo è l’unico capoluogo di provincia dove si registra un segno negativo nella compravendita di immobili e il commercio , basti vedere il corso della città , è allo stremo .
Da questo punto di vista serve un innalzamento della qualità della politica, ed è per questo che chiederò alla consigliera del nostro gruppo Loredana Pilegi, di sorvolare le polemiche e puntare invece sui contenuti sperando che, a differenza della precedente amministrazione, si voglia questa volta valutare nel merito le nostre proposte e non solo perché provengono dall’opposizione.
Nei prossimi giorni presenteremo un ordine del giorno sulle isole ecologiche nella città e sulla abolizione dell’uso della plastica.
E più in là riproporremo la questione della fusione dei comuni, la riconversione del sito italcementi e l’istituzione di una fondazione per combattere il disagio sociale e la povertà in città.
Su questi temi si misura la qualità dell’opposizione e non su presunte prove di forze, leadership autoproclamate o altre alchimie autoreferenziale e politichesi.

E’ vero che si candiderà alle prossime elezioni regionali ?

Non nascondo il fatto che ci stia seriamente pensando. Abbiamo fatto alcune riunioni con il nostro gruppo, che abbraccia sensibilità diverse su tutto il territorio, e ho avuto una spinta e incoraggiamento ad andare avanti nonostante la difficoltà del momento .
Certo valuterò bene i candidati a Presidente e le coalizioni in campo, e questa volta farò una scelta in base ad un giudizio privo di preconcetti ideologici, ma basato sulla credibilità della proposta messa in campo e sulle persone che devono rappresentarlo.
Cercherò di capire se la mia candidatura possa servire a dare rappresentanza ad un territorio provinciale, in grave crisi economica e sociale e che in questi anni è stato ai marginalizzato nelle scelte della politica regionale .
Non le nascondo che mi piacerebbe vedere in campo un progetto meridionalista, nel senso moderno del termine, che parta cioè dalla consapevolezza che oggi più che mai serve alla Calabria una classe dirigente di qualità e cultura, libera da condizionamenti di ogni sorta, che possa reggere la sfida di questa regione nel contesto nazionale, proprio oggi che la proposta dell’autonomia regionale differenziata rischia di dare un colpo mortale al mezzogiorno.

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