Economia & società

Cittadella di Padre Pio a Drapia, il governatore Mario Oliverio inaugura il primo step dei lavori

In paese si respira spiritualità, speranza e soprattutto la fede, tanto invocata dalla Figlia Spirituale di Padre Pio, Irene Gaeta, promotrice del progetto

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Da ieri pomeriggio alla Cittadella di Padre Pio, in corso di realizzazione in Contrada Vento, a Drapia (nel Vibonese), sul tetto della “Casa Socio Sanitaria Pediatrico Oncologica Madonna di Fatima”, sventola il tricolore italiano, a simboleggiare la fine del primo step dei lavori relativi alla grande opera voluta dal Santo di Pietralcina. A Drapia si respira spiritualità, speranza e soprattutto la fede, tanto invocata dalla Figlia Spirituale di Padre Pio, Irene Gaeta, nel suo toccante intervento: “Noi dobbiamo essere degli evangelizzatori per il mondo. Soltanto attraverso la fede in Dio possiamo salvarci… Ringrazio l’impresario Antonio Gentile, le maestranze che stanno lavorando e tutti i professionisti che, gratuitamente, ci aiutano; ma, soprattutto, ringrazio il nostro Vescovo, lui è il sigillo della Chiesa, che ci ha onorato con la Santa Messa e con la Benedizione del tetto. I Discepoli di Padre Pio sono Chiesa. Io non sono niente, questo progetto mi scivola via, non è mio, ma è di Dio e di ognuno di Voi… portatelo avanti per il bene dei vostri figli e dei vostri discendenti”.

In tanti, tra fedeli, discepoli di Padre Pio, autorità, tra le quali il presidente della Regione, Mario Oliverio ed il sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli, che ha chiesto l’aiuto della Regione per realizzare vie d’accesso dignitose alla Cittadella, hanno sfidato il caldo record pur di essere presenti “in un luogo straordinario, quasi miracoloso – ha detto il vescovo della Diocesi Mileto, Nicotera e Tropea, monsignor Luigi Renzo, nel suo appassionato intervento prima della santa messa -. Non è normale che all’inaugurazione di un tetto ci debba essere una celebrazione solenne… Ma come ci dice Irene – prosegue il vescovo che era intervenuto, lo scorso anno, anche alla posa della prima pietra – non siamo qui per una cosa normale… ma per fare la volontà di Dio. In questo luogo c’è la luce giusta dal punto di vista umano, sociale, della ricerca medica e scientifica. E poi era possibile dire no ad Irene? No, non era possibile… Lei è veramente travolgente, coraggiosa e coinvolgente… per tutto questo la ringrazio”.

Tra i vari interventi anche quello del progettista, l’architetto Luciano Messima, che ha evidenziato, senza giri di parole, il disegno divino della Cittadella, con tutte le scelte principali dettate, dal Santo di Pietralcina alla sua figlia spirituale, per curare i bambini malati: “Non bastano pezze per asciugare le loro ferite. Non bastano luoghi per curare gli ammalati”.

Sono passati ormai quindici anni dal messaggio del 2004, di Padre Pio ad Irene Gaeta: “Figlia mia, in Calabria devi fare un Santuario, un Ospedale Pediatrico, un Centro di Ricerca e un Villaggio per i Sofferenti; perché i bambini, fin dal grembo materno, nasceranno con il tumore ai polmoni, al sangue e altrove… Si dovranno curare con le erbe naturali, le erbe che nascono lì e l’acqua che scorre là”. Lei, Irene Gaeta, 82 anni, che da oltre 70 anni vive in totale simbiosi con il Santo di Pietralcina e ne custodisce alcune reliquie, insieme all’Associazione dei Discepoli di Padre Pio, ad una rete di volontari e di validi professionisti, è riuscita “nell’impresa divina” di acquistare un’area di diciotto ettari e di completare i lavori del tetto della “Cittadella di Padre Pio – Casa Socio Sanitaria Pediatrico Oncologica Madonna di Fatima”.

Il bambino, protagonista nel manifesto ufficiale dell’evento di Drapia, rappresenta soltanto uno dei tanti che potranno curarsi all’interno della Cittadella, grazie anche alle erbe di quei terreni, oggetto di studi e ricerche nazionali ed internazionali, che presentano parametri scientifici unici al mondo. Ora più che mai, per andare avanti spediti, necessita l’aiuto di tutti: “Andiamo avanti insieme, – ama ripetere Irene – per portare a compimento l’ultima importante opera che Padre Pio mi ha affidato!”.

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