Cultura & spettacolo

Fabio Pellicori, il giovane ballerino calabrese che sogna l’America

fabio-pellicori

Lui è di Firmo, un piccolo paese a nord della Calabria. Da quando ha 10 anni balla. Ha iniziato con il gruppo folk del suo paese, fino ad arrivare a gareggiare alla prestigiosa competizione “Bilbao Open” che ogni anno si tiene nella famosa città spagnola. Nel mezzo un percorso di sacrificio e passione, di studio e preparazione artistica, che lo sta consacrando giorno dopo giorno come un ballerino di fama.

Chi è Fabio Pellicori?
Potrei risponderti in mille modi, ma sono semplicemente un giovane ragazzo calabrese che ha sempre sognato di viaggiare nel mondo scegliendo come mezzo la danza. Dalla Calabria ha sognato Roma, da Roma ha sognato l’Europa e dall’Europa ha sognato l’America.

E ci è riuscito?
Per due mesi, si. Sono andato per vacanza, ma anche con l’obiettivo di capire se ci potesse essere la possibilità di gareggiare e competere negli States. A Indianapolis ho trovato una scuola che mi ha dato la possibilità di tenermi in allenamento e ho capito che si, forse posso rappresentare il mio Paese anche quaggiù.

Perché? Cosa ha di diverso l’America?
C’è sicuramente più attenzione alle arti, si da più valore alla danza. E’ chiaro che il tenore di vita è più alto e quindi la danza, essendo uno sport tra virgolette di lusso, si è più portati ad incentivarlo per farlo conoscere ancora meglio. Poi noi Europei, soprattutto per noi italiani, il riconoscimento del nostro talento è chiaro: un po come nel calcio, siamo un modello da seguire e imitare. In pratica per noi è un sogno andare la e per loro è un onore ospitarci.

Ma almeno la Calabria la porti con te?
Assolutamente si, dovunque sia andato ho raccontato a tutti del mio paese, delle mie origini arbereshe. Del resto in Calabria il ballo ce lo abbiamo nel sangue. E’ una tradizione che si tramanda da generazioni. In qualunque piazza o festa di paese ci si scatena e ci si diverte. Io da piccolo appena sentivo tarantelle e musica folk correvo a ballare come un pazzo. Poi un giorno, vedendo questa mia passione crescere, mia mamma mi ha chiesto “perchè non ti scrivi ad una scuola di danza?” E così ho iniziato…

Per non fermarti più!
Esatto, da 19 anni non mi sono fermato un giorno!

Perché proprio i balli latino americani?
Tarantella e samba, ad esempio, per quanto diversi, sono accomunati dal ritmo. Esprimono tantissima energia, che poi agli occhi della gente si trasforma in vero e proprio divertimento collettivo. Ecco, a me piaceva proprio quest’aspetto: divertirmi e divertire. Impossibile dunque, rispondendo meglio alla domanda di prima, togliere ad un calabrese la sua innata calabresità. Ce lo abbiamo nel sangue.

Il ritmo nel sangue però non basta, ci vuole di più per diventare un professionista…
Studio… tanto. Sacrificio e voglia di non arrendersi. Cominci con i costumi più semplici, per arrivare ad indossare costumi costosi. Gel, fondotinta, payettes. Un mondo bellissimo, carico di spettacolo. E oggi che sono un ballerino professionista non smetto di emozionarmi quando attorno alla pista da ballo centinaia di persone aspettano la mia performance. Ed io, davanti ai loro occhi, rappresento me stesso e la mia terra. Una grande responsabilità! Voglio fare bella figura!

Più informazioni