A Vibo Valentia attivo uno sportello per le mamme immigrate

Mamaland è uno dei progetti, l’ultimo in ordine di tempo, portato avanti dalla associazione Gam (il Gabbiano Anna Maria), operante nel Vibonese dal 2017

sportello MAMALAND per la maternità migrante

Ha aperto da qualche mese a Vibo Valentia lo sportello “Mamaland”, destinato alla maternità migrante. Mamaland è uno dei progetti, l’ultimo in ordine di tempo, portato avanti dalla associazione Gam (il Gabbiano Anna Maria), operante nel Vibonese dal 2017. Lo Sportello si trova all’interno dell’Istituto Maria Immacolata, scelto non a caso per due ordini di ragioni: il primo di natura logistica: rendere più agevole la richiesta di aiuto da parte di persone poco inclini al chiederlo all’interno di strutture sanitarie pubbliche; e il secondo per la pregressa presenza, nella zona del centro storico, di una parrocchia già riconosciuta dai migranti come punto di riferimento.

Il progetto. L’idea di fondo del progetto si colloca all’interno delle finalità dell’associazione, intesa a promuovere l’integrazione sotto l’aspetto della prospettiva di genere; tra tutti, questo è il progetto che ha una maggiore complessità, in quanto diretto a realizzare uno Sportello per l’interazione col tessuto sociale attraverso la tutela legale, sanitaria e psico-relazionale della donna migrante durante il periodo di gestazione e puerperio. Esso investe perciò sia gli aspetti legali e sanitari della gestazione e della maternità, sia il supporto delle donne non soltanto nel bisogno quotidiano che esse possono manifestare, ma anche nell’approccio relazionale con la realtà in cui vivono e in cui spesso si trovano emarginate e prive di riferimenti.

Migrazione femminile. La principale motivazione per la quale le donne migrano è difatti il ricongiungimento familiare anche se oggi si assiste a una sempre più consistente femminilizzazione del processo migratorio. La maternità di una donna migrante, vissuta in un Paese diverso da quello d’origine e nel quale le reti sociali sono poco funzionali per i bambini, fa i conti con scarsi strumenti e risorse. Se da sole hanno sempre potuto vivere in una posizione di invisibilità sociale, l’arrivo di un figlio spezza inevitabilmente questo isolamento, e apre al contempo una voragine emotiva nella quale occorre ricercare riferimenti, valori e pratiche di cura diversi. Ad alimentare questo senso di scompenso emotivo, si aggiungono le difficoltà linguistiche, la mole di norme e procedure da comprendere di cui non sempre concepiscono la necessità. Queste carenze, si è notato, possono avere effetti anche molto gravi sulla salute di una gestante migrante. Si è riscontrato infatti che in queste ultime vi è un’incidenza maggiore, rispetto a quelle autoctone, di nascite premature, difficoltà nel parto e mortalità del bambino nel primo anno di vita. Sulla scorta delle caratteristiche che la migrazione femminile presenta, lo Sportello Mamaland per la Maternità Migrante si è munita di strumenti per offrire consulenza legale, sanitario-ginecologica e pediatrica, anche sotto il profilo della prevenzione, consulenza psicologica e di mediazione culturale, oltre a laboratori di lingua per le donne e interculturali per i bambini.

Programma di formazione. Per affrontare una realtà così complessa, le operatrici dello sportello hanno seguito un programma di formazione; le lezioni hanno preso le mosse dal marzo 2019, grazie al supporto ed alla collaborazione della professoressa Giovanna Vingelli e della dottoressa Sabrina Salerno del Centro di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria – che è partner nel progetto stesso, unitamente al Cisom Calabria e al Centro Calabrese di Solidarietà – e della dottoressa Serena Tallarico, antropologa e psicoetnologa.

Ambulatori specifici. Ma nell’intento della Gam v’è soprattutto la predisposizione di ambulatori dedicati alla cura delle donne, con professionisti formati all’approccio interculturale; questa parte del progetto è ancora in itinere, e stenta a decollare per il necessario coinvolgimento dell’Asp e le difficoltà burocratiche che tale attività pone. L’auspicio è che l’Asp si ponga, speriamo quanto prima, come parte attiva di un progetto che è a costo zero per l’amministrazione, reso necessario e importante sia dalla delicatezza e importanze dei diritti – sovente conculcati – che attraversano questo settore e sia dalle difficoltà di gestione che vivono gli stessi operatori sanitari e che il progetto potrebbe concorrere a risolvere.
Lo sportello è aperto tutti i venerdì dalle 16,30 alle 19.

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