Politica

Ex percettori mobilità in deroga nel Vibonese, conferenza dei sindaci in Provincia

Elaborato un documento da inviare al Presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, con cui si invita l’apertura di un tavolo tecnico per poter trovare soluzioni.

uiltemp

Si è tenuta stamane, presso la Sala del Consiglio Provinciale, la Conferenza dei Sindaci della Provincia di Vibo Valentia che si è aperta, prima della discussione dei punti all’ordine del giorno, affrontando la problematica dei tirocinanti ex percettori di mobilità in deroga in servizio presso vari degli Enti pubblici calabresi. Iniziativa nata a seguito dell’assemblea tenuta qualche giorno addietro da Luca Muzzopappa, segretario interprovinciale della Uiltemp di Catanzaro e Vibo Valentia, è stata l’occasione per il Sindacato di consegnare anche un documento dove si riassumono le criticità del settore del precariato della pubblica amministrazione, avendo riguardo del bacino storico degli ex Lsu-Lpu e dei tirocinanti che sia nel campo amministrativo che in quello della manutenzione, sono spesso determinanti per sopperire alle carenze di organico della pubblica amministrazione.

Nel documento, però, in cui il sindacato avanza anche le sue proposte per trovare una soluzione meno precaria, se non addirittura risolutiva, anche alla luce dell’ondata di pensionamenti ordinari e straordinari dovuti a Quota100, che determineranno nei prossimi anni un vero e proprio svuotamento delle amministrazioni centrali e locali. Su questo fronte, mantenendo gli impegni concordati in assemblea con la UILTEMP e con i lavoratori, il Presidente ed i Sindaci della Provincia di Vibo Valentia hanno prodotto un documento da inviare al Presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, con cui si invita l’apertura di un tavolo tecnico per poter trovare soluzioni finalizzate all’attuazione di percorsi di collocazione definitiva, valutando, anche nel rispetto della normativa in vigore, potenziali contributi che i comuni e la provincia potrebbero offrire alla causa. L’obiettivo, dunque, è quello di fare un fronte comune perché si avvii una discussione di più ampio respiro, abbandonando le soluzioni tampone e provando a costruire prospettive più concrete e dignitose a tanti lavoratori calabresi.

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