IL RICORDO | Pino Mobilio e la sua libreria divenuta una finestra da Vibo sul mondo

Un luogo elegante, accogliente e con uno stile inconfondibile per chi voleva coltivare la cultura

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“Ci vediamo in libreria”. Per noi che apparteniamo ad una certa generazione, era un modo di darsi appuntamento, anche tra ragazzi. E non c’erano dubbi su quale fosse il luogo dell’incontro: la libreria Mobilio! Pino Mobilio aveva da subito interpretato la sua professione dando una connotazione precisa al suo impegno, dandosi il compito di interpretare un ruolo. Certo, tu entravi sapendo di andare per acquistare un libro, ma, una volta dentro, l’approccio cambiava: si apriva un dialogo, un confronto, un’occasione di ulteriore conoscenza, di altri libri e di altri autori. Ne uscivi arricchito e soddisfatto, con la curiosità di tornarci, per fare nuove scoperte. Con grande intuito, Pino Mobilio si lanciò in un’impresa che fu per Vibo Valentia una novità splendida, una finestra sul mondo. Realizzò il sogno di una Libreria (e la maiuscola, questa volta, ha un valore).

Elegante, accogliente, con uno stile inconfondibile, la Libreria Mobilio si trasformò da subito, grazie allo stile impareggiabile del suo anfitrione, in un luogo eletto per chi coltivava la cultura, in territorio di confronto e di dibattito, nell’occasione per analisi e ragionamenti. Divenne, in breve tempo, punto di riferimento, per cui ci andavi anche se non dovevi acquistare, ben sapendo che lì dentro avresti incontrato – fosse qualcuno o qualcosa, una persona o un oggetto – un’occasione per “fare cultura”.
La scomparsa di Pino Mobilio è proprio per questo qualcosa che tocca tutta la città, perché quella “sua creatura” fu fucina di intellettualità: artisti, letterati, studiosi, ma anche semplici curiosi (ma la curiosità, quando è curiosità intellettuale, non è mai semplice?), soprattutto giovani, ragazzi che si aprivano al mondo attraverso la lettura ed il confronto, attraverso il dialogo e la discussione, anche accesa – perché no? – quando fatta di idee, visioni, ideali, utopie, sogni. Con la semplicità di un sorriso, di una battuta o solo di una pacca sulle spalle, Pino Mobilio rappresentava il senso dell’accoglienza, il compiacimento di essere padrone di casa di un luogo per l’intelletto. Era una bella Vibo quella di allora, che coltivava le sue intelligenze, sollecitava i confronti, stuzzicava la voglia di conoscenza. Quella Vibo Valentia in cui una generazione (la mia “fortunata” generazione) è cresciuta. Poi, qualcosa è accaduto, un malefico sortilegio si è impadronito di luoghi, vie, piazze e la sobria eleganza di quel luogo, un tempo magico, si svuotava giorno dopo giorno, fino a convincerlo che quel tempo andava scomparendo. Non c’era più la “Libreria Mobilio” …e non c’era più quella Vibo vivace nelle idee e schietta nel confronto con la quale eravamo cresciuti. Salutare oggi Pino Mobilio è, dunque, ricordare un uomo dall’intuito brillante, un uomo che cercò di coltivare cultura credendo nel valore, del libro l’unico capace di aprire sia la mente che il cuore. È salutare una Vibo che malinconicamente rimane un ricordo che va irrimediabilmente allontanandosi.

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