Business della marijuana nel Vibonese, inchiesta chiusa: 16 indagati. C’è anche Emanuele Mancuso

Agli indagati viene contestato di aver fatto parte di un'associazione alla coltivazione, al trasporto e alla vendita di ingenti quantitativi di droga

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C’è anche il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso tra i sedici destinatari dell’avviso conclusione indagini notificato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri. L’ex rampollo della famiglia di Limbadi è ritenuto il capo promotore di una vera e propria organizzazione dedita alla produzione, alla coltivazione e allo spaccio di marijuana nella provincia di Vibo Valentia ma anche al di fuori dei confini calabresi. Si tratta dell’inchiesta che nel luglio scorso portò al blitz antidroga denominato “Giardini segreti”, dal nome di una società con sede legale a Genova all’epoca posta sotto sequestro, proprietaria di un sito online specializzato nella vendita di semi di cannabis (oscurato dalla polizia postale) e di una serie di negozi sparsi per tutto il territorio nazionale.

I nomi. Il sostituto procuratore antimafia Annamaria Frustaci che ha coordinato le inchieste ha iscritto sul registro degli indagati le seguenti persone: Emanuele Mancuso, 31 anni, figlio del boss Pantaleone Mancuso (alias l’Ingegnere) il quale da quasi un anno collabora con la Dda (difeso dall’avv. Antonia Nicolini); Giovanni Battaglia, 33 anni di Nicotera (avv. Francesco Capria); Cesare Costa, 38 anni di Nicotera (avv. Francesco sabatino); Francesco Costa, 35 anni di Nicotera (avv. Capria); Giuseppe De Certo, 26 anni di Nicotera (avv. Capria); Giuseppe Franzè, 32 anni di Stefanaconi (avv. Giancarlo Pittelli e avv. Vincenzo Galeota); Giuseppe Navarra, 28 anni di Rombiolo (avv. Vianello Accorretti e avv. Giuseppe Renda); Francesco Nobili, 33 anni di Viterbo (avv. Giuliano Migliorati); Francesco Giuseppe Olivierui, 33 anni di Nicotera (avv. Capria); Valentin Cirpian Stratulat, 21 anni, romeno residente a Nicotera (avv. Francesco Schimio); Pantaleone Perfidio, 32 anni di Nicotera (avv. Capria); Clemente Selvaggio, 24 anni di Vibo (avv. Sabatino); Giuseppe Olivieri, 37 anni di Nicotera (avv. Schimio); Antonio Barbano (detto Carlo), 55 anni di Genova (avv. Aldo Casalinuovo e avv. Stefano Samburgaro); Fulvio Esposito, 52 anni di Genova (avv. Casalinuovo e avv. Samburgaro) e Silvio Biasol, 80 anni di Tieste (difeso d’ufficio dall’avv. Beatrice Biamonte).

Le accuse. Secondo quanto ricostruito nell’indagine condotta sul campo dalla Squadra Mobile di Vibo diretta da Giorgio Grasso, il capo-promotore del sodalizio sarebbe Emanuele Mancuso mentre De Certo, Perfidio e Silvaggio sono accusati di essere gli organizzatori. Della potatura e della pulitura della piante di marijuana si sarebbero occupati Battaglia, Stratulat e Giuseppe Olivieri, i due Costa, Francesco Giuseppe Olivieri, Navarra, Franzè e Nobili sono partecipi all’organizzazione. A vario titolo agli indagati viene contestato di aver fatto parte, insieme ad altre persone in corso di identificazione, di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti operante nel Vibonese dedita alla coltivazione, trasporto, detenzione ai fini di spaccio, cessione e vendita di ingenti quantitativi di marijuana.

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