La Corte d’appello di Catanzaro ha revocato la sorveglianza speciale nei confronti del boss Diego Mancuso, 66 anni di Limbadi. Accolta l’istanza presentata dall’avvocato Francesco Schimio e annullata la misura di prevenzione (sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per cinque anni) disposta un anno fa dal Tribunale di Vibo Valentia.
Secondo quanto scrive la Corte d’Appello, il 66enne, che svolge attività di giardiniere in un agriturismo di Ricadi, avrebbe cambiato stile di vita e rescisso i legami con il gruppo familiare mafioso di origine. Un dato che per i giudici sarebbe, tra l’altro, dimostrato dal suo mancato coinvolgimento nel processo Black Money. C’è dunque un’assenza attuale di pericolosità sociale e mancano “elementi attuali indicativi dell’esercizio di una forza evocativa e di un potere di assoggettamento derivante da un dominio territoriale incontrastato, da parte dell’odierno ricorrente in qualità di esponente della cosca Mancuso, non vi sono – scrivono i giudici – indici rivelatori di attuali compiti direzionali, di un ruolo di vertice e di un reinserimento nell’ambiente di provenienza con reiterazione delle condotte”.