Cronaca

L’ombra della ‘ndrangheta sui lavori di ammodernamento della linea ferroviaria jonica

Il Codacons chiede chiarimenti all'Anac, alla Regione Calabria e alla Procura: "Questa ditta può continuare a lavorare come se nulla fosse accaduto"

Procura-tribunale-catanzaro

“L’impresa che ha ottenuto l’appalto dei lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria jonica, ovvero la realizzazione dei sovrappassi e sottopassi per un valore di svariati milioni di euro, secondo la Procura di Reggio Calabria è infiltrata dalla ‘ndrangheta. Si tratta della “Morfù Srl” di Rossano che, nell’ambito dell’indagine “Camaleonte”, condotta dalla Dda reggina, è stata addirittura sottoposta a sequestro”. E’ quanto si afferma in una nota del Codacons Calabria nella quale si precisa che l’associazione “ha già formalizzato istanza alla Procura di Catanzaro ed all’Anac affinché venga aperto un fascicolo”.

La richiesta di chiarimenti.
“A Reggio Calabria la Morfù Srl – è scritto nella nota del Codacons – aveva eseguito un’opera del valore di oltre 2 milioni di euro, sempre per conto di Rfi Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. Secondo l’ipotesi accusatoria i fratelli Nilo e Giuseppe Morfù, titolari della citata società, avrebbero ricercato l’appoggio della ‘ndrangheta e si sarebbero serviti di imprese “interdette”, affidando a queste società lavori di subappalto. Una brutta storia quella che stanno scrivendo gli investigatori calabresi che, a prescindere dalle decisioni che verranno fuori dalle aule di giustizia, impone delle riflessioni ma anche immediati provvedimenti. Si tratta dei lavori consegnati lo scorso 4 dicembre, quando nell’affollata cerimonia per la posa della prima pietra – riporta ancora la nota del Codacons – erano presenti in tantissimi. Non solo, ovviamente, i responsabili di Rfi e della Morfù Srl, ma anche il Governatore Oliverio, il sindaco di Sellia Marina e finanche l’arcivescovo di Catanzaro. Segno questo dell’oggettiva importanza delle opere da realizzare. Oggi, alla luce di quanto emerge dalle attività d’indagine, pretendiamo precisi chiarimenti proprio da Rfi, dalla Regione Calabria, dall’Anac e dalla Procura per comprendere come questa azienda possa continuare a lavorare come se nulla fosse accaduto”.

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