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Vibo, il resoconto di Costa: “Ho lavorato in silenzio e tra mille difficoltà”. Il secondo dissesto? “Non ci sarà”

L'ex primo cittadino confessa a Zoom24: "L'unico vero errore è stata la scarsa comunicazione delle cose che si portavano a compimento"

Elio-Costa

Tre mesi dopo aver lasciato il palazzo comunale, Elio Costa è di nuovo un magistrato in pensione. Dalla polemica politica e dagli intrighi di palazzo che tanto gli hanno nociuto sembra essere lontano mille miglia, ma sui numeri non intende comunque transigere. Così, apre i suoi faldoni sulla scrivania della nostra redazione e replica “con i fatti” a chi continua ad accusarlo di aver programmato il libro dei sogni, salvo lasciare “un comune alle soglie del secondo dissesto finanziario”. Accuse che Costa respinge con fermezza.

Il fondo cassa. Su disavanzo e fondi vincolati, l’ex sindaco parte da lontano e spiega: “Il verbale di cassa del 28 maggio 2002 era pari a 6,3 milioni di euro. L’11 aprile 2005 il verbale relativo al fondo cassa era di 23.751.000 di euro, cinque anni più tardi, grazie alle risorse per la Tangenziale,  nel passaggio da Sammarco a D’Agostino si era assottigliato fino a 3.168.000. Quando subentrai nel 2015 ammontava a 4.240mila euro e i fondi vincolati da ricostituire erano 26 milioni circa. Nel passaggio da me al commissario Guetta il verbale di cassa ammontava a 14.099.789 euro con 10 milioni di fondi vincolati ancora da ricostituire ma una situazione decisamente migliore rispetto al pregresso. I numeri sono questi il resto sono chiacchiere”. E’ convinto, insomma, della serietà del suo operato il primo cittadino, costretto a gettare la spugna dopo le dimissioni in massa dei suoi consiglieri. E rammenta: “Al mio insediamento ho trovato una situazione davvero difficile. I servizi in gran parte non venivano erogati. I dipendenti comunali erano pronti ad occupare il Comune dopo due mesi almeno senza aver percepito lo stipendio. Ho trovato i rifiuti per le strade”.

Le tensioni di inizio mandato. L’ex sindaco ricorda la necessità di dover applicare “un’ordinanza contigibile e urgente fino alla risoluzione del contratto con la Progettambiente e alla definizione del nuovo bando di gara”. Rievoca il passaggio all’Ased e poi alla Dusty, Elio Costa. E fa presente quale fu la scappatoia in quel contesto di tensione assoluta per evitare di attingere ai fondi vincolati. “D’accordo con l’allora prefetto – racconta al cronista – ho inviato una nota alla Ubi Banca per chiedere le somme necessarie alla gestione del quotidiano senza le quali vi sarebbero stati seri problemi di sicurezza e di ordine pubblico. La lettera al presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’istituto credito chiedeva la possibilità di utilizzare parte delle entrate dalle riscossioni, circa un milione al mese per far fronte alle spese correnti. Missiva condivisa e accompagnata anche dall’allora prefetto Bruno. La procedura, grazie alla serietà della mia gestione, divenne una prassi, e quella comunicazione dopo un po’ di tempo non fu più necessaria”.

Le opere. Inutile sottolineare che il bilancio del Comune fosse ingessatissimo. E fare opere rimaneva molto complesso. Ad ogni modo, “alcuni lavori sono stati portati a compimento ed altri avviati o finanziati”. L’elenco che Costa mette sotto gli occhi del cronista è tutt’altro che scarno. “Sono in corso d’esecuzione – ha sottolineato l’ex sindaco – lavori 45.728.000 euro”. E tra questi quelli relativi “al nuovo teatro comunale, alla caserma Garibaldi, al Pennello, al palazzo di giustizia al parco archeologico, al campo sportivo polivalente, alla rete fognaria”. E ancora: “Sono stati avviati – ha commentato Costa – lavori per 17.859.000 euro. Tra questi il piano di sicurezza stradale, i lavori di piazzale Capannina a Vibo Marina, la messa in sicurezza di Cancello Rosso, Piscopio, Triparni, Galleria Longobardi. Il Comune ha ottenuto un finanziamento di oltre 6 milioni di euro dal bando per le periferie e 15 milioni nell’ambito degli interventi per Agenda Urbana”. Un lungo elenco quello di un Elio Costa per certi aspetti rammaricato di non aver comunicato a sufficienza durante il suo mandato da primo cittadino che passa pure dal recupero di una parte dei fondi alluvionali per la messa in sicurezza del territorio e la realizzazione di una barriera soffolta a Vibo Marina. “Non abbiamo dimenticato – ha ammonito Costa – neppure le scuole per la cui tutela e messa in sicurezza sono arrivate le risorse”. Soddisfatto anche del modo in cui è stato velocizzato l’iter del Psc, l’ex primo cittadino. “Abbiamo fatto tutto quanto fosse nelle nostre possibilità. L’ultimo passaggio in ordine di tempo è stato compiuto il 19 febbraio quando io non ero più sindaco”. Nella lunga carrellata, hanno trovato posto anche i cimiteri con i relativi bandi per la concessione di suolo e loculi sia a Vibo che a Vena Superiore. dove è stata espropriata un’area di circa 5mila metri quadrati.

Il secondo dissesto scongiurato. “Capisce che in un comune come il nostro, con tutte le difficoltà esistenti – ha respirato infine l’ex sindaco – solo lavorando di continuo avrei potuto fare tanto. Ed ho lavorato costantemente ed in silenzio. Se non avessi adottato questo metodo, di sicuro mi sarei ritrovato quantomeno il secondo dissesto dichiarato”. Ma il secondo dissesto è stato scongiurato? “Si, è stato scongiurato e non ci sarà anche se la situazione è complessa per via dei crediti di dubbia esigibilità e del problema che permane legato alla riscossione dei principali tributi, a cominciare dal canone idrico”. Infatti, l’Organo straordinario di liquidazione deve pagare debiti per 7,5 milioni di euro “per i quali si potrebbe chiedere un finanziamento. Ma rischio di dissesto non ce n’è”…

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