Cronaca

‘Ndrangheta nel Vibonese, Moscato spiega il piano per l’evasione del boss di Ariola e l’idea di assassinare Luni Mancuso

Il collaboratore di giustizia racconta i dettagli delle operazioni messe in campo per far evadere Bruno Emanuele, oggi all'ergastolo e i rapporti di quest'ultimo con i Forastefano di Cassano

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L’evasione del boss Bruno Emanuele, 46 anni, già condannato all’ergastolo ma terrorizzato dal carcere duro sarebbe stata pianificata dal gruppo dei piscopisani. A riferirlo agli inquirenti, è stato tempo addietro il pentito Raffaele Moscato. Il piano era il seguente: l’evasione – stando al racconto di Moscato – avrebbe dovuto avvenire mentre Emanuele era sotto processo a Cosenza per evitare che fosse mandato al carcere duro. “Diverse volte – ha detto il pentito – abbiamo provato a farlo evadere ed allo scopo abbiamo fatto decine e decine di incontri; discutevamo spesso di questo e l’azione non si è mai portata a termine in quanto arrestavano sempre qualcuno”.

Il collaboratore di giustizia ha riferito anche i nomi delle persone che avrebbero preso parte agli incontri e ha parlato dei rapporti che lo legavano al boss Tonino Forastefano, al tempo boss di Cassano. “Bruno Emanuele – ha chiarito Moscato – voleva bene a Forastefano più che a un fratello, avrebbe dato la vita per lui. Forastefano in cambio aveva partecipato all’omicidio dei fratelli Loielo”.

Il boss di Ariola di Gerocarne, mentre Moscato era detenuto avrebbe detto “che appena uscito avrebbe risolto tutti i suoi problemi. In primis -ha dichiarato Moscato- avrebbe ucciso Pantaleone Mancuso e poi Forastefano che nel frattempo si era pentito. Dopodichè non si sarebbe fatto prendere nel senso che si sarebbe ritirato nelle montagne e avrebbe sparato finchè non lo avrebbero ucciso. Diceva che, dopo aver regolato i conti avrebbe fatto portare il lutto ai suoi familiari per far credere che fosse morto di lupara bianca”.

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