Sanità in Calabria, Oliverio non ci sta e annuncia il ricorso contro il decreto del Governo: “E’ incostituzionale”

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“Valutiamo il ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto del governo, che riteniamo incostituzionale”. Lo ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio, parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa nella sede della Giunta, con riferimento al decreto sulla sanità calabrese varato dal governo nazionale. “Abbiamo già fatto ricorso – ha aggiunto Oliverio – contro il decreto di nomina dei commissari, ora valutiamo la possibilità per questo decreto odierno, che riteniamo incostituzionale”.

“Questo governo ha ulteriormente aggravato la situazione, perché è venuto in Calabria ad aggiungere all’inganno la beffa” ha aggiunto il presidente della Regione, Mario Oliverio. “Quando il governo di un Paese – ha sostenuto il presidente della Regione – si muove per svolgere una riunione del Consiglio dei ministri in un territorio sulla base di una valutazione allarmata sulle condizioni di quel territorio, credo che la prima cosa che debba fare, al di la’ delle appartenenze, è sentire, confrontarsi con chi ha la responsabilità di governare quel territorio in quel momento. Purtroppo, questo non è avvenuto. Naturalmente, ognuno ha il suo approccio con i problemi, ma credo che questo sia stato un errore, un atto di arroganza e chiusura assolutamente non giustificato e non giustificabile. Non nego di aver avuto un’attesa rispetto alla convocazione del Consiglio dei ministri, e mi aspettavo che all’ordine del giorno di questo Consiglio dei ministri ci fossero provvedimenti importanti su Gioia Tauro, per l’occupazione giovanile, per il sostegno alle imprese, per nodi importanti per le infrastrutture come lo sblocco dello studio di fattibilità, per l’Alta Velocità per il quale abbiamo destinato risorse al momento congelate per i ritardi del governo, per la Zes. Mi aspettavo insomma provvedimenti in direzione di un sostegno al lavoro che si sta facendo per dare più velocità alla crescita della Calabria, invece niente di tutto ciò”.

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