Cronaca

Il prefetto Gualtieri lascia Vibo e va in pensione. Messaggio agli imprenditori: “Chi non si ribella è colluso”

Ultimo giorno di lavoro a Vibo per Giuseppe Gualtieri, ultimo giorno da prefetto della Repubblica. Dopo otto mesi di permanenza alla guida dell’Ufficio territoriale del Governo è il momento dei saluti. Il superpoliziotto che ha contribuito a catturare Bernardo Provenzano va in pensione. Ha appena compiuto 65 anni e la sua onorata carriera si conclude proprio a Vibo dove ha ricoperto il ruolo di dirigente della Squadra Mobile prima di approdare a Palermo, diventare Questore e tornare nella città di Luigi Razza da prefetto.

“Ho trovato a Vibo Valentia – spiega Gualtieri – una società molto scollegata nelle varie componenti. Se si vuole ripartire e comunque fare una barriera di fronte al perenne tentativo di condizionamento e di infiltrazioni di alcuni sodalizi e di alcune persone è importante fare rete. Questa società vibonese, che ha tanti pregi e tanta storia, ancora oggi non riesce a fare rete. Ancora oggi ci sono piccole posizioni individuali che poi diventano dei macigni quando si va a trattare problemi importanti e questo a catena porta ovviamente ad un discredito della vita politica, un discredito per la vita amministrativa e anche in alcuni casi un discredito a quella vita sociale che qui è stata sempre fiorente e sempre ad alto profilo culturale”.

In attesa che il Consiglio dei ministri su indicazione del Viminale nomini il successore, toccherà al suo vicario Eugenio Pitaro traghettare la Prefettura di Vibo Valentia. Proprio come ha fatto l’anno scorso quando in pensione andò Guido Longo, altro prefetto che ha lasciato il segno. Gualtieri si congeda con un messaggio forte indirizzato agli imprenditori: “Oggi hanno tutta la necessitò di ribellarsi. Chi nono lo fa sceglie la via più comoda: quella di viaggiare insieme a certe persone”.

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