Cronaca

Operazione antidroga Santa Fe, ai domiciliari con il braccialetto elettronico uno dei condannati

Si tratta del 50enne Antonino Carbone, in carcere da quasi quattro anni dopo essere stato condannato in primo grado

santa-fe.jpg

La Corte di Appello di Reggio Calabria presieduta da Francesca Di Landro in accoglimento dell’istanza presentata avvocati Valeria Iaria e Luigi Luppino, ha disposto la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di Antonino Carbone, 50 anni di Sant’Eufemia d’Aspromonte, condannato in primo grado a 10 anni di reclusione. I giudici, condividendo le argomentazioni difensive, ha evidenziato il venir meno del pericolo di reiterazione del reato poiché lo stesso Carbone non è imputato per il reato associativo, riveste un ruolo marginale nell’episodio contestato e non è stato mai nominato dai collaboratori di giustizia Femia e Tirintino.

Gli avvocati Iaria e Luppino, nella corposa istanza difensiva, a fronte di quanto rappresentato, hanno evidenziato che le esigenze cautelari, che avevano condotto all’applicazione della misura carceraria potessero essere soddisfatte con una misura meno afflittiva quale quella degli arresti domiciliari. L’operazione Santa Fè è scatta nel giugno del 2015 portando in carcere 32 persone accusate di narcotraffico internazionale

Più informazioni