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“Una donna divinamente ispirata”, ecco tutte le tappe della causa di beatificazione di Natuzza

Nel novembre scorso - dopo un lungo periodo di attesa durato quattro anni - è giunto l’annuncio. Nell’editto si parla di Mamma Natuzza come di una “Donna divinamente ispirata”

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L’iter era stato avviato dal vescovo Luigi Renzo quattro anni e mezzo fa a cinque anni esatti dalla morte di Natuzza, così come prescrivono le norme canoniche. Contestualmente il pastore diocesano aveva anche proceduto alla nomina di don Enzo Gabrieli, sacerdote dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, quale postulatore. Giusto qualche settimana prima anche la conferenza episcopale calabrese aveva espresso all’unanimità il suo parere favorevole alla richiesta inoltrata con celerità dal pastore diocesano di introdurre la causa di beatificazione della mistica di Paravati. Successivamente il relativo carteggio era stato portato direttamente in Vaticano dallo stesso monsignor Luigi Renzo con la richiesta di poter avviare il processo.

Nel novembre scorso – dopo un lungo periodo di attesa durato quattro anni – è giunto finalmente l’annuncio da parte del presule della decisione della Congregazione della dottrina della fede di sciogliere ogni riserva e di dare il parere favorevole per aprire la Causa di beatificazione. Il 20 febbraio scorso è stato, quindi, pubblicato in tutte le parrocchie della diocesi l‘editto vescovile con l’avviso dell’apertura del processo e l’insediamento ufficiale del Tribunale diocesano.

Nell’editto si parla di Mamma Natuzza come di una “Donna divinamente ispirata”, che “ha intuito l’importanza del servizio di carità e della preghiera favorendo lo spirito ecclesiale e con la generosa e fattiva collaborazione di sacerdoti e laici, sia la promozione di diverse opere di assistenza sociale (centro anziani, casa cura, etc) sia il moltiplicarsi di Cenacoli di preghiera in Diocesi ed in tutto il mondo”.

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