Cronaca

Gratteri, la ‘ndrangheta e l’area grigia: “La mia Procura? E’ una portaerei. Faremo grandi cose ed è arrivato il momento di osare”

L'invito del procuratore di Catanzaro a magistrati e forze dell'Ordine: "Non basta contrastare i soliti noti, i 'garzoni' della 'ndrangheta. Dobbiamo alzare l'obiettivo e avere il coraggio di puntare più in alto"

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La 'ndrangheta, le sue ramificazioni in Italia, in Europa e nel mondo, le nuove leve, gli affari con i "colletti bianchi", la sua evoluzione, le strategie per contrastarla e la fiducia negli inquirenti. Nicola Gratteri a tutto campo nell'intervista rilasciata a Klaus Davi nell'ambito dell'iniziativa organizzata a Platania per la presentazione del suo ultimo libro scritto insieme allo storico Antonio Nicaso: "Storia segreta della 'ndrangheta".

I garzoni e il coraggio di osare di più. Uno dei passaggi più importanti della lunga intervista rilasciata dal procuratore antimafia di Catanzaro riguarda il contrasto alla 'ndrangheta con l'invito ai magistrati e alle forze dell'ordine ad avere il coraggio di osare. "Se io mi limito - ha spiegato Gratteri - a un contrasto militare della ‘ndrangheta e delle mafie in generale io andrò sempre a contrastare i soliti noti…..i garzoni della  'ndrangheta. Quindi io non ho risolto il problema se il mio obiettivo sono i garzoni. Noi magistrati e le forze dell’ordine dobbiamo avere il coraggio di alzare leggermente l’obiettivo. Bisogna avere il coraggio di osare”.




La mia procura? Una portaerei. Gratteri si è soffermato sul lavoro che sta svolgendo la Procura di Catanzaro nel contrasto alla 'ndrangheta e alla corruzione in generale nel distretto di competenza che abbraccia quattro delle cinque province calabresi. "Stiamo vivendo - ha affermato - un momento storico. La procura di Catanzaro è una portaerei. Abbiamo in assoluto in migliori investigatori. Abbiamo impiegato due anni per farlo. Anche a Lamezia opera un bravo procuratore Salvatore Curcio, che è una persona molto  perbene. E’ una fase storica per la Calabria, faremo grandi cose.  Non vi scoraggiate. Io non voglio che nessuno di voi rischi, si sovraesponga. Bisogna stare attenti: non è indifferente parlare con il maresciallo Tizio o con il maresciallo Caio. Ve li dovete studiare e capire quale è il più onesto, del quale potete fidarvi.  E anche, se necessario, il sostituto procuratore perché non siamo tutti uguali. Ma dovete fidarvi e cogliere l’opportunità storica che stiamo vivendo nella nostra terra”.

Le nuove leve.In questi anni la 'ndrangheta si è evoluta è passata dalla coppola e dalla lupara a strumenti molto più sofisticati ma, per certi versi, la nuova generazione di boss è più fragile di quella che l'ha preceduta. Parola di Gratteri: "Le cosiddette nuove leve di 'ndrangheta, i più giovani e ‘moderni’ non hanno la stessa tenuta di chi li ha preceduti. Non hanno la stessa ‘ominità’ dei loro predecessori cinquanta anni fa. Non sono corpi rigidi, anche loro mutano e risentono del clima antropologico. Rispetto ai padri e ai nonni,  sono più fragili. Risentono di un clima sociale cambiato. Mentre il loro nonno era disposto a stare dieci anni sotto una pietra in attesa di uscire, il figlio non ci riesce.  Il figlio non riesce a stare senza telefonino, senza internet o televisore anche se è latitante. E quindi è più fragile e più vulnerabile. Per tutti noi è un vantaggio perché questo li rende più "abbattibili".

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