Verdetto clamoroso del Tar del Lazio: annullato lo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia

Per i giudici amministrativi "non c'è stato alcun condizionamento da parte della criminalità organizzata sull'attività della giunta municipale"

mascaropaolo

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso avanzato dall’ex sindaco Paolo Mascaro che è stato a capo dell’amministrazione comunale commissariata per mafia il 27 novembre 2017

Con la decisione del Tar in pratica viene riabilitata l’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose e quindi, teoricamente, Paolo Mascaro e tutta la sua Giunta, potrebbero riprendersi lo scranno perduto nel novembre del 2017

Sfogo su fb. A confermare l’esito lo stesso ex primo cittadino che si è affidato ai social commentando:  "Riscattato l'onore di una città - ha dichiarato - merito di una Magistratura che ha combattuto e combatte la criminalità debellandola e sconfiggendola. Merito di una comunità che ha contrastato e contrasta quotidianamente il malaffare. Merito di tante donne e di tanti uomini liberi che dedicano e sacrificano, con coraggio e passione, la loro vita per il territorio che amano".




Provvedimento. In alcune righe del provvedimento si legge che: "Nessuna alterazione tale da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle amministrazioni. In conclusione - si legge  - gli atti gravati non sono riusciti ad evidenziare, per assenza di univocità e concretezza delle evidenze utilizzate, la ricorrenza di un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi, tale da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali in quanto tesa a favorire o a non contrastare la penetrazione della suddetta criminalità nell'apparato amministativo".

I precedenti. La decisione di sciogliere gli organi elettivi del Comune di Lamezia Terme, quarta città della Calabria per numero di abitanti, era stata deliberata il 22 novembre del 2017 dal Consiglio dei ministri, su proposta dell'allora ministro dell'Interno Marco Minniti, determinando la decadenza dell'amministrazione di centrodestra guidata da Mascaro. Nella stessa circostanza era stato deciso il commissariamento di altri 4 comuni calabresi, Cassano Ionio (Cosenza), Isola Capo Rizzuto (Crotone), Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria) e Petronà (Catanzaro). Per Lamezia Terme si trattò del terzo commissariamento, dopo quelli del 1991 e del 2002, sempre per infiltrazioni mafiose(f.t)

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