Cronaca

Escalation di furti e rapine nel Vibonese, ecco chi sono le due persone arrestate (NOMI)

Entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Vibo nell'ambito di un'inchiesta condotta dai carabinieri

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Armando Petrolo, 56 anni di Cessaniti e Fabrizio Greco, 42 anni originario di Vibo ma domiciliato a San Costatino Calabro. Entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono i due destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura di Vibo ed eseguita dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile che hanno condotto le indagini con l'ausilio dei militari della Stazione di San Costantino Calabro. Sarebbero gli autori di una serie di furti e rapine messe a segno nel Vibonese negli ultimi mesi. In particolare avrebbero messo a segno una rapina e tre furti nelle abitazioni di San Costantino Calabro e Jonadi.



Armando Petrolo

Fabrizio Greco

"Volti noti". Tutti e due sono "volti noti" alle forze dell'ordine avendo alle spalle diversi precedenti. Fabrizio Greco si trova già in carcere perché arresto a fine gennaio dalla Squadra Mobile di Vibo. Secondo l'accusa nel novembre del 2017 aveva provato a rapinare un commerciante appostandosi davanti alla propria villetta ma il tentativo non è riuscito perché quella notte la vittima designata è rientrata a casa in compagnia di altre persone. Poi si era spostato dalla periferia al centro abitato di Jonadi ma era stato messo in fuga dalle urla di un residente al quale aveva puntato in faccia il fucile a canne mozze allo scopo di farsi consegnare il portafoglio. Tutto in una notte, quella del 21 novembre. Notte di ordinaria follia nel piccolo centro alle porte di Vibo Valentia, da settimane al centro di un’escalation di furti e rapine.

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Il risarcimento. Ancor più curioso la vicenda giudiziaria di Armando Petrolo, condannato per reati di lesioni e violenza gravissime ma risarcito dal Tribunale civile di Catanzaro perché per quasi quattro anni (tra il 2009 e il 2013) è stato recluso nel carcere di Vibo senza acqua d’estate ed in condizioni definite “degradanti". Nella sentenza, il Tribunale di Catanzaro ha rilevato che nell’istituto penitenziario vibonese le celle avevano un’ampiezza di 25 metri quadri ed ospitavano otto persone, in più nel periodo estivo si registravano problemi di erogazione dell’acqua. Violata quindi la convenzione europea dei diritti dell’uomo perché al ricorrente non sarebbero state garantite le condizioni igieniche personali a causa dell’assenza di acqua nel corso dell’estate e lo spazio all’interno della cella sarebbe stato insufficiente. Il giudice ha così condannato lo Stato ad un risarcimento di 8.640 euro, in pratica 8 euro per 1.080 giorni di reclusione. Per il 51enne di Cessaniti le porte di quel carcere si sono nuovamente riaperte e da qualche ora si trova nuovamente recluso nel carcere di Vibo.

 

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