Rinvio a giudizio per il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e per tutti gli altri indagati, tra cui assessori e dirigenti comunali, coinvolti nell’inchiesta sul “caso Miramare”.
A processo. Andranno dunque a processo oltre al primo cittadino, anche gli altri componenti della prima giunta Falcomatà, molti dei quali ancora in carica (eccezion fatta per l’ex assessore Neto e Angela Marcianò che ha scelto l’abbreviato e tornerà in aula il 18 marzo), il segretario generale dell’Ente, Giovanna Acquaviva e la dirigente Luisa Spanò, nonché il presidente dell’associazione il “Sottoscala”, Paolo Zagarella. Si sono oggi concluse le discussioni dei legali degli imputati nel corso dell’udienza che si è riaggiornata, a seguito dell’assenza, lunedì scorso, per motivi di salute dell’avvocato Marco Panella, difensore del primo cittadino.
Le accuse. Abuso d’ufficio e falso, sono le accuse di cui dovranno adesso rispondere tutte le persone coinvolte nella vicenda e nei confronti delle quali il pm Ignazzitto, nell’udienza del 7 gennaio scorso, aveva chiesto il rinvio a giudizio per i fatti, risalenti all’estate 2015, legati all’assegnazione dell’Hotel Miramare per eventi culturali da tenersi in quello che è ritenuto uno dei gioielli di famiglia del Comune. Il pm, in quella circostanza, non si era limitato a chiedere formalmente il rinvio a giudizio, ma aveva argomentato il motivo per il quale, a suo dire, si dovrebbe andare a processo. Per capire, in particolare, come siano andati i fatti: se ci sia stato o meno abuso da parte del sindaco nell’esercizio delle sue funzioni, con la connessa delibera dell’estate 2015 riguardante proprio l’assegnazione del Miraramare. La linea della Procura ha dunque avuto il sopravvento.