Economia & società

A Vibo il grido di dolore delle mamme di giovani ammazzati e vittime di lupara bianca

Le madri coraggio: "Vogliamo giustizia per i nostri figli. Siamo stanche delle parole e delle rassicurazioni. Adesso abbiamo bisogno di fatti"

Ceravolo-Prestia-Vangeli-Piperno

Stefano Piperno, Francesco Prestia Lamberti, Francesco Vangeli e di Filippo Ceravolo. Giovani vite spezzate da una mano assassina, vittime innocenti di ‘ndrangheta o di personaggi legati in qualche modo alla criminalità organizzata. Cuori di mamme lacerati per sempre. E sono state le mamme dei su citati giovani le protagoniste di “ L’amore oltre l’oblio: storie di madri contro la ‘ndrangheta”, la manifestazione organizzata da “Libera" e tenuta presso il Csv di Vibo Valentia. “Un convegno – ha dichiarato il referente provinciale di "Libera" Giuseppe Borrello - che si inserisce in un percorso che attraverso la resilienza di queste madri, porta a dare un senso alla vita dando ai giovani un esempio, un monito affinché stiano attenti”.

Le testimonianze. La madre di Francesco Vangeli, per come riportato da “il Quotidiano del Sud”, Elsa Tavella, durante la sua testimonianza ha ricordato che ancora oggi, dopo quattro mesi attende una risposta sulla scomparsa di sui figlio: “Mi dicono che lavorano di stare tranquilla ma io non vedo speranza. Prima ero più obiettiva ma non sapere dove si trova tuo figlio non ti fa trovare pace. Oggi rimettevo a posto le sue cose e pensavo ma come si fa a scomparire nel nulla e non lasciare traccia e tutto per una storia con una ragazza che frequentava oltre che mio figlio anche un altro”.




Angoscia condivisa da Marianna Lochiatto, madre di Filippo Ceravolo che da sette anni da quando suo figlio è stato ucciso non ha ancora ottenuto giustizia: “Non abbiamo alcuna novità, dicono che non hanno prove eppure dalle loro indagini i fatti sono palesi, la colpa di mio figlio è stata quella di accettare un passaggio, una vittima che non trova giustizia e non riceviamo la dovuta attenzione. Queste persone vivono la loro vita come se nulla fosse successo, e noi cerchiamo e vogliamo giustizia”.

La mamma di Francesco Prestia Lamberti, dal canto suo, ha affermato: “Da 21 mesi non vivo più e cerco giustizia per mio figlio. Non è possibile che fra 6 anni io mi ritroverò in giro l’assassino di mio figlio; questa non è una pena adeguata. Per andare avanti mi impegno andando in giro nelle scuole affinché i ragazzi vengano messi in guardia e capiscano la gravità di questi fatti”.

Infine, Luigia Pagano, madre di Stefano Piperno: “Vorrei che la morte di mio figlio non sia stata inutile, ma sono purtroppo certa che così è stato perché non esiste più la famiglia, i figli vengono lasciati a se stessi in nome della modernità. Mio figlio amava la vita, sarebbe stato un insegnante e dopo anni di sacrifici, dopo la sua morte, è arrivato il tanto atteso ruolo. Più tempo passa e più vivo male tutto perché mi viene un pensiero mi tormenta da un po’ di tempo, e se mio figlio non era ancora morto quando lo hanno bruciato? Me lo hanno restituito, quello che rimaneva, in un lenzuolo bianco ed intanto la vita va avanti. Ho un altro figlio e devo pensare anche a lui. Io voglio giustizia e pene adeguate alle colpe di cui si sono macchiati”.

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