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‘Ndrangheta, il boss Tommaso Costa “incastrato” dal fratello pentito per un omicidio del 1988

Il delitto contestato è inquadrato nella faida di Siderno esplosa tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta tra i Commisso e i Costa

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Un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio è stata notificata in carcere a Tommaso Costa, indicato come elemento di spicco dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Siderno. Costa sta scontando un ergastolo per l’omicidio Simari e, l’anno scorso, dopo la condanna all’ergastolo, era stato assolto in Cassazione per l’omicidio Congiusta.

Accusato dal fratello. La nuova ordinanza emessa dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria riguarda un omicidio consumato nel 1988. Contro di cui le dichiarazioni del fratello, Giuseppe Costa, divenuto collaboratore di giustizia dal 2012, e di un altro collaboratore, Crocefisso Casalini, che avrebbero trovato riscontro nelle indagini dalla squadra mobile.

La faida di Siderno. L’omicidio contestato è inquadrato nella faida di Siderno, esplosa tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, che vide contrapposte le cosche Commisso e Costa. Vincenzo Figliomeni, classe 1937, fu ucciso il 19 novembre 1988 davanti alla sua abitazione con un fucile da caccia caricato a pallettoni. Dei tre colpi esplosi, due andarono a segno, colpendo la vittima alla testa, al tronco e agli arti, uccidendolo all’istante.

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