Cronaca

Calci, pugni e sprangate a due persone che li avevano truffati: in cinque finiscono in carcere (FOTO)

Condannati in via definitiva a pene tra i quattro e i cinque anni di reclusione per estorsione e lesioni personali aggravate

I carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno arrestato, in esecuzione di ordine per la carcerazione, cinque persone di San Giorgio Morgeto giudicati definitivamente responsabili dei reati di estorsione aggravata e lesioni personali aggravate.

In carcere. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dai carabinieri della Stazione di San Giorgio Morgeto a carico di Andrea Sorbara, 41enne pregiudicato, Girolamo Avati, 22enne, precedentemente incensurato, Domenico Fida, 28enne gravato da precedenti di polizia, Valentino Avati, 28enne con precedenti di polizia, Giuseppe Sorbara, 59enne, precedentemente incensurato, tutti residenti a San Giorgio Morgeto e definitivamente condannati alla reclusione dai 4 ai 5 anni.




L'aggressione. All’esito di attività investigativa della Stazione è stato acclarato che i cinque, in concorso tra loro, nel 2015 avevano malmenato con schiaffi, pugni e calci e mediante un bastone metallico due cittadini del luogo, costringendoli anche a consegnare 1.500 euro in contanti. La brutale aggressione e la richiesta estorsiva sono state promosse da Girolamo Avati in quanto li aveva ritenuti, arbitrariamente, responsabili di una truffa commessa a suo danno.

Il movente. In particolare, Girolamo Avati, precedentemente, ha versato diverse centinaia di euro ad un terzo soggetto, contattato via internet, il quale gli aveva garantito la possibilità di conseguire una patente senza frequentare le lezioni presso la scuola guida. Nonostante l’esborso in denaro la patente non veniva mai fatta conseguire, il truffatore si rendeva irreperibile e non restituiva i soldi. Girolamo Avati, quindi, con l’aiuto di amici e parenti decideva di farsi giustizia da sé, decidendo di recarsi presso l’abitazione dei due, per poi aggredirli nelle vie del paese e costringerli a farsi riconsegnare i soldi. La ricostruzione della vicenda da parte dei carabinieri ha quindi consentito un esito processuale sfavorevole nei loro confronti, con una condanna definitiva per tutti i fatti addebitati. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti alla Casa Circondariale di Reggio Calabria.