Tribunale Vibo, aule gelide e bagni inutilizzabili: Insardà e Bausone (Pd) si rivolgono al ministro Bonafede

Per gli esponenti dem le condizioni proibitive nelle quali gli addetti ai lavori sono costretti a stare nel palazzo di giustizia

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"La notizia è giunta sulle pagine nazionali nelle scorse settimane dopo la rivolta di alcuni magistrati e dopo il servizio del programma Striscia la notizia a novembre: il Tribunale di Vibo Valentia necessità di urgenti interventi di manutenzione, riparazione, illuminazione e pulizia. Sono molte le udienze che spesso vengono rinviate a causa delle condizioni ambientali non dignitose: temperature gelide nelle aule, corridoi bui, bagni con scarichi otturati e infiltrazioni di acqua sui muri, oltre alle scarse condizioni di sicurezza e la mancanza del metal detector all’ingresso. Tutto questo, come fatto notare in una delle relazioni varie inviate agli organismi competenti dai magistrati, è in contrasto con l’articolo 65, allegato IV del D.lgs 81/08, ossia il Testo Unico della salute e della sicurezza sul lavoro. Insomma, i Giudici non sono messi in condizione di poter svolgere il loro lavoro senza sfidare le loro personali capacità di resistenza umana". A scriverlo sono Alessia Bausone (dirigente regionale dem) e Vincenzo Insardà, segretario provinciale del Pd di Vibo Valentia.




"Certo - spiegano i due esponenti dem - una delegazione del Csm guidata da David Ermini sarà in visita al Tribunale il 28 gennaio (il primo piano del nuovo Tribunale di via Lacquari è stato dichiarato inagibile, ma anche nella sede di Corso Umberto I i magistrati si trovano a svolgere il loro prezioso lavoro in locali e stanze palesemente inadeguati), ma occorre sottolineare come sia il Ministero della Giustizia a guida Alfonso Bonafede ad essere competente e a doversi fare carico (in fretta!) di sanare una situazione sulla quale sono accesi da mesi i riflettori nazionali, più volte denunciata, non più procrastinabile".

Per essere più chiari: La legge di stabilità del 2015 (legge 190/2014, articolo 1, commi da 526 a 530) ha disposto che le spese obbligatorie per il funzionamento degli uffici giudiziari (tra cui quelle di manutenzione sia ordinaria che straordinaria) debbano essere sostenute dal Ministero della giustizia e non più dai Comuni.
"La legge di stabilità 2018 ha stanziato 37,2 milioni di euro (15 milioni in più rispetto alle previsioni 2017) per interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione anche degli uffici giudiziari, 44 milioni per il 2019 e 33 milioni per il 2020, mentre il capitolo sulle spese relative al funzionamento degli uffici giudiziari risulta essere pari a 279 milioni di euro per il solo 2018. E’ stato, inoltre, previsto che le autorizzazioni degli accordi locali tra comuni e uffici giudiziari per le manutenzioni siano rilasciate dal Ministero, con la possibilità di avvalersi del personale comunale in base a specifici accordi, anche per riparazione e manutenzione ordinaria, nonchè l’assegnazione prioritaria al Ministero della giustizia del personale delle province che, a seguito dell’attuazione della legge Delrio, fosse risultato in esubero. Insomma, i soldi ci sono e le modalità per incidere sono già state previste, tocca al Ministro Bonafede intervenire".

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