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Report, l’inchiesta sulla Lega e la difesa di Furgiuele: “Colpevole solo di amare mia moglie”

Il parlamentare è, infatti, sposato con Stefania Mazzei, figlia di Salvatore Mazzei, ex imprenditore in carcere

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“L’unica mia grave colpa è amare mia moglie” scrive così Domenico Furgiuele in uno sfogo sui social dopo la puntata d’inchiesta di Report, andata in onda ieri sera su Rai3.

Amare mia moglie è la mia colpa.“Mi sono dovuto difendere ancora una volta dalla “gravissima” di amare mia moglie, la mia compagna di vita sin da quando eravamo adolescenti. Infatti la mia fedina penale è pura come acqua di fonte, non ho procedimenti giudiziari a carico e il mio vissuto credo parli chiaro. -scrive questo sui social Domenico Furgiuele- L’unica mia grave colpa è amare mia moglie appunto, il cui padre ha problemi con la giustizia, come è noto.”




La lente di Report.  Della vita di Domenico Furgiuele e dei suoi legami affettivi-familiari si è occupata  Claudia Di Pasquale, giornalista di Report, nella puntata, intitolata "Nel nome di Matteo”. La giornalista ha attenzionato la figura di Domenico Furgiuele, lametino, eletto alle politiche 2018 alla camera dei deputati e già coordinatore regionale della Lega, in  una puntata, che ha analizzato le diverse  regioni meridionali. Domenico Furgiuele è, infatti, coniugato con Stefania Mazzei, figlia di Salvatore Mazzei, ex imprenditore in carcere. A Salvatore Mazzei a  febbraio erano stati confiscati svariati beni tra cui: 26 società; 67 fabbricati; 176 appezzamenti di terreno; 13 autocarri; 5 autovetture; 10 macchine operatrici per cantiere; 1 motociclo.La giornalista di Report ha dunque  ricordato proprio la confisca, avvenuta in primo grado di giudizio,  del patrimonio del suocero dell'onorevole. Tra gli immobili sottoposti a confisca vi sarebbero anche quelli in cui risulterebbe domiciliato il deputato leghista . "Tra i figli di Mazzei- rende noto la giornalista- c'è anche la moglie di Furgiuele. Anche a lei hanno confiscato un'immobile dove risultava avere il domicilio lo stesso deputato leghista".

Principi di legalità e onestà. Alle “accuse” giornalistiche Domenico Furgiuele ha tempestivamente risposto chiarendo: “Evidentemente c’è chi crede che, per una sorta di proprietà transitiva, il sottoscritto debba rispondere agli occhi, o meglio innanzi all’obiettivo di qualche tribunale mediatico delle eventuali altrui colpe. E poco importa- prosegue- se c'è un articolo 27 della Costituzione che qualifica la responsabilità penale come personale. Poco conta il vissuto di un uomo che sin da quando aveva 15 anni frequentava la sezione di partito. Ancora meno il contesto familiare nel quale egli si è cresciuto, grazie ad una madre e ad un padre che hanno saputo instillare i valori di onestà, legalità e lealtà ai figli già dalla loro fanciullezza.”

La Lega un baluardo di legalità. Si è espresso anche in merito al proprio operato nel  partito, la Lega, sul territorio, dicendo: “Non si contano i no che il sottoscritto sta opponendo a quanti vorrebbero entrare nel partito per farne un taxi a beneficio delle proprie ambizioni personali e magari anche di gruppi non proprio adamantini. Meglio un nucleo ristretto e combattivo che una sorta di nuova balena verde con dentro di tutto e di più, e magari anche viziata di gente contigua alla criminalità. La militanza alla Lega- conclude- è una conquista, non un mezzo. La Lega è e resterà un baluardo di legalità”.

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