Il super poliziotto Renato Cortese: “Dire no alla mafia vuol dire non chiedere mai raccomandazioni”

Il questore di Palermo che ha catturato Bernardo Provenzano è tornato in Calabria per tenere una lezione sulle legalità agli studenti di Morano

Renato-Cortese

“L’illegalità, il crimine si combattono non solo con gli apparati repressivi, ma è soprattutto un fatto culturale. Occorre stimolare le nuove generazioni ad acquisire consapevolezza di cosa è bene e cosa non lo è; insegnando a non abbassare la testa dinanzi alla prepotenza e all’arroganza; promuovendo sempre il rispetto e l’onestà. Perché il silenzio e l’indifferenza uccidono. Dire no alla mafia vuol dire studiare, essere culturalmente forti; vuol dire non chiedere mai la raccomandazione”. Con queste parole il questore di Palermo, Renato Cortese, il superpoliziotto che ha catturato malavitosi e latitanti connessi a stragi e soprusi d’ogni genere, è intervenuto ieri al convegno tenutosi nell’auditorium comunale e organizzato dall’esecutivo De Bartolo in occasione dei settant’anni della Costituzione italiana.

Cortese ha magistralmente interagito con la platea catalizzandone l’attenzione e spiegando – servendosi anche di riferimenti e fatti già rubricati dalla storia – come la sopraffazione in alcune aree del paese limiti e condizioni pesantemente la libertà dei cittadini e come l’unico modo per ribellarsi sia di stare sempre e convintamente con lo Stato.

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