Cronaca

Lamezia Terme capofila di un’inchiesta sulle frodi alimentari all’Ue

Oltre 37mila litri di vino falsamente venduti con la denominazione di origine controllata “Scavigna”. Denunciato il rappresentante legale dell'azienda

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È nata a Lamezia Terme un’inchiesta impegnata  a far luce su alcune presunte truffe all’Unione europea che avevano ad oggetto il comparto agroalimentare. Attualmente l’indagine è approdata nella sua prima tappa a Salerno, dove nello scorso mese di novembre i carabinieri del Reparto per la Tutela agroalimentare di Salerno hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Lamezia, a carico di una nota azienda vitivinicola della zona, sequestrando numerose bottiglie di vino del tipo “Scavigna Rosato Doc”, e richiamando dalla distribuzione le bottiglie già in commercio.

Vini non conformi. L’operazione e il conseguente provvedimento, nato con l’obiettivo di accertare l’illecito percepimento di fondi europei, sono scaturiti da una serie di attività investigative coordinate dalla procura lametina dalle quali sono emersi dati di non conformità dei vini distribuiti dall’azienda.

La truffa della denominazione.Le verifiche hanno riguardato, specificatamente, 37.160 litri di vino, bianco e rosato, Scavigna Doc, che il titolare, aveva tentato, una volta ricevuto l’avviso di accertamento tecnico irripetibile, di declassare con il tentativo di evitarne le conseguenze. Dagli accertamenti è emerso, infatti, come l’intera produzione fosse frutto di vitigni assolutamente diversi e non assimilabili alla tipologia utile alla denominazione di origine controllata “Scavigna”. Nella realtà veniva commercializzato un prodotto diverso, sia in quanto ad origine, che a provenienza e qualità da quello dichiarato. Il rappresentante legale dell’azienda è stato denunciato per vendita di prodotti industriali con segni mendaci e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. (f.t)

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