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‘Ndrangheta e politica, Gratteri: “In alcuni centri della Calabria le cosche controllano fino al 30% del voto”

Critiche anche al decreto sicurezza messo in piedi dal governo. "Serve a contrastare la criminalità comune non le mafie"

"La ndrangheta vota e fa votare, non ha ideologie, punta sul cavallo vincente. E se sbaglia cavallo cambia obiettivo. Sta in maggioranza. Se perde cerca di recuperare". Ed in Calabria "può spostare anche il 30% dei voti in alcuni paesi Nessun candidato dice di volere i voti della 'ndrangheta". Il procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri non ha dubbi sulla pervasività del fenomeno 'ndranghetista ed in una interivista rilasciata su La7 a Corrado Formigli, presentando il suo ultimo libro "Storia segreta della 'ndrangheta".




"Oggi si è ribaltato il rapporto mafia-politica -ha detto Gratteri -. Fino a 20-25 anni fa il mafioso andava a trovare il politico per chiedere raccomandazioni. Oggi è il candidato che va a cercare il mafioso che è sempre sul territorio, a differenza del politico che poi sparisce. Il mafioso dà risposte, il politico non è in grado di farlo.

E ancora: "Mancano uomini a sufficienza per condurre le indagini. Ho i migliori investigatori d'Italia, ma le assunzioni delle forze dell'ordine sono bloccate dal 2010. I concorsi attuali non sono sufficienti nemmeno a coprire quelli che vanno in pensione. Quota cento non verrà compensata e aumenteranno i buchi".

Infine, sul decreto sicurezza. "E' poca cosa, le mafie non si contrastano così ma con un sistema giudiziario proporzionato a questa realtà criminale. Deve diventare non conveniente delinquere. Questo decreto serve per la criminalità comune non per le mafie".