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Modello Riace, il Tribunale del Riesame duro con Mimmo Lucano: “Tornaconto politico-elettorale”

Il Tribunale del Riesame parla addirittura di "freddezza con cui Lucano progettava la sua candidatura alle elezioni politiche"

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E’ durissimo il Tribunale del Riesame sul sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano: “La fa da padrone il tornaconto politico-elettorale del Lucano che in più di un’occasione fa la conta dei voti che gli sarebbero derivati dalle persone impiegate presso le associazioni e-o destinatarie di borse lavoro e prestazioni occasionali, persone molte delle quali inutili a fini lavorativi o addirittura non espletanti l’incarico loro affidato, sovrabbondanti rispetto ai bisogni eppure assunte o remunerate anche in via occasionale per il ritorno politico-elettorale”.

“Le cifre sciorinate dal Lucano – si precisa nelle motivazioni – come corrisposte ai dipendenti delle associazioni sono elevate, ma egli (Lucano) non fa mistero della necessità del mantenimento di questo ingranaggio per potere ancora gestire la cosa pubblica e mantenere così quel modello Riace, o meglio i numeri per Riace che avrebbe dovuto continuare a essere modello nella immagine restituita al mondo intero”. Ed ecco che viene proposta all’attenzione del Collegio un’intercettazione in cui il primo cittadino si interroga così: “A Fernanda l’unica cosa è che si trasferisca la residenza a Riace con il marito per poter prendere qualche voto, però non lo vuole fare. Per quello voglio numeri alti, hai capito? Sennò come le gestisco queste cose?”.

“Egli vorrebbe mandare via quei parassiti, sottolinea il Riesame, da lui stesso assunti e remunerati ma la politica intesa certo, non nella sua accezione pure, glielo impediva così come il pacchetto di voti che a lui sarebbe derivato da quel sistema parassitario che gli consentiva di mantenere quel modello Riace, viziato ab origine”. Un’altra intercettazione è indicativa sul punto. Lucano: “La politica mi tiene a me, sennò un minuto ci stavo a mandare a casa, la politica di merda mi tiene non pensare…perché soltanto di Città Futura (una delle associazioni estranea però, dall’inchiesta della Procura ndr) sono 100 voti, mi sono fatto un conto, tutti quelli che lavorano”. Lapidarie sono sul punto le parole dei giudici. «Così continuava scientemente a mantenere (Lucano) tra gli altri, quali presidenti delle associazioni tali Capone o Maria Taverniti che erodevano e distraevano soldi pubblici destinati a quelle finalità di accoglienza ed integrazione in nome di un pacchetto di voti”.

“Con callida freddezza- è riportato nelle motivazioni- una volta appurato di essere oggetto di indagini giudiziarie oltre che amministrative, progettava la sua candidatura alle politiche come capolista al fine di arginare l’azione giudiziaria nei suoi confronti”. Ciò lo desumono i giudici da una conversazione in cui Lucano dice apertamente “per quanto riguarda gli aspetti giudiziaria così a me conviene..ma intanto ovviamente accetto solo se sono primo della lista…”.

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