Cronaca

Francesco Vangeli attirato in una trappola e ucciso. Indagati i fratelli Prostamo

Mamma Elsa Tavella: "Fiducia nella magistratura. Ho accolto la ragazza di mio figlio in casa mia ma per causa sua l'ho perso per sempre"

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Mamma Elsa non ha dubbi: "Francesco è stato attirato in una trappola e poi ucciso". La speranza di poterlo riabbracciare ancora in vita si è ridotta praticamente a zero. Ormai questa mamma scivolata nel tunnel della disperazione vuole solo una cosa: "Che almeno mi restituiscano il corpo per dargli una degna sepoltura. Si mettano una mano sulla coscienza". Un appello, questa volta, lanciato dalle colonne della "Gazzetta del Sud" di questa mattina, in una lunga intervista rilasciata dalla donna al collega Nicola Lopreiato.




Omicidio dalle modalità mafiose. Un omicidio, quello del giovane di Scaliti (frazione di Filandari) dalle chiare modalità mafiose e dall'ormai quasi certo movente passionale. Probabilmente il 23enne si era innamorato della ragazza sbagliata e dalla quale, forse, aspettava pure un bambino. Sebbene entrambi avessero pensato al test del Dna per risalire alla paternità. Segno questo che forse all'interno della coppia qualcosa non funzionava. Del resto, la ragazza era corteggiata anche da un'altra persona legata ad ambienti della criminalità organizzata. Ed è da qui che sono partiti gli inquirenti nel classificare la scomparsa di Francesco Vangeli, avvenuta lo scorso 10 ottobre, come un caso di "lupara bianca". I primi risultati investigativi hanno, intanto, portato gli inquirenti a contestare a due fratelli di San Giovanni di Mileto i reati di omicidio e occultamento di cadavere. Si tratta di Antonio e Giuseppe Prostamo, rispettivamente di 29 e 33 anni. Secondo i magistrati sarebbero stati loro a attirare Francesco nella trappola mortale, a farlo fuori e a disfarsi del corpo (le ricerche nel fiume Mesima non hanno avuto alcun riscontro).

L'appello della mamma. E intanto Elsa Tavella aspetta e si dichiara fiduciosa nelle indagini condotte dalla Procura Distrettuale antimafia. Si sente, però, tradita dalla ragazza a cui aveva aperto il cuore e che potrebbe essere la causa della fine tragica di suo figlio: “L’avevo accolta dentro la mia casa. Si erano fidanzati nel giugno dello scorso anno. Per un periodo sono stati insieme a Pisa, dove Francesco lavorava assieme a mio marito nel settore dell’edilizia e nella lavorazione del ferro. Poi entrambi hanno deciso di vivere qui a Scaliti. Io per mio figlio avrei fatto di tutto. Spesso li vedevo litigare e questo non lo sopportavo”. Per mamma Elsa, quindi, alla base di tutto c’è stata la gelosia. Un bravo ragazzo che si è visto contendere la donna con cui voleva costruire insieme un futuro da un ‘ndranghetista. E in Calabria si muore anche per questo.

 

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