Economia & Società

Casa di moda Pinko: una storia di stile e successo made in Italy

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Storia Pinko: la moda sempreverde che unisce il passato e il presente

Le loro creazioni spaziano dalla moda degli anni ’70, passando per i classici delle collezioni di Parigi, per finire con l’abbigliamento moderno: un vasto ventaglio di oggetti unici ed esclusivi. Il tutto nato per puro caso dall’ambiziosa mente di Pietro Negra e di sua moglie, Cristina. A ispirare le creazioni ci pensa la costante fantasia di Cristina, nonché la progressiva volontà di miglioramento di Pietro.

Proprio a partire dal desiderio del miglioramento è nato Pinko, uno dei marchi di moda attualmente più famosi nel Bel Paese. Un marchio di moda No Season, che non si lega a nessuna tendenza in particolare e in questa sua caratteristica riesce a dare il meglio di sé. Proprio Uniqueness è il nome di una nuova collezione di questo brand: una linea disegnata direttamente da Alessandra Facchinetti, rispettandone tutte le particolarità ed esclusività. Figlia dei Pooh, occhio attento e ben allenato, la talentuosa designer dell’abbigliamento di moda ci offre la possibilità di osservare i risultati dei suoi sperimenti… E se al giorno d’oggi il tutto ci sembra perfetto e ideale, per l’onor del vero bisogna dire che non sempre è stato così. Dai primi passi fino a oggi la Pinko ha dovuto affrontare non poche difficoltà e superare diversi ostacoli fino a diventare ciò che è oggi: un vero e proprio centro di riferimento per molte altre realtà più piccole.

I primi passi

Le origini della storia di questo marchio risalgono al lontano anno 1980, quando l’idea di un nuovo brand di alta moda completamente Made in Italy stava solo per nascere e la strada da fare era ancora tanta. In quel burrascoso anno, Pietro Negra e sua moglie Cristina Rubini decisero di aprire la Cris Conf, un’azienda che si doveva occupare della produzione di alcuni marchi di moda. L’apertura avvenne a Fidenza e, nonostante tutte le particolarità di quegli anni, ebbe un discreto successo. Tant’è che già in qualche anno la coppia decise di lanciarsi nuovamente nel settore dell’abbigliamento fondando il brand Pinko. La sua produzione era innovativa già all’epoca e si concentrava al più su di una moda No Season progettata per un pubblico giovane. I capi erano quelli pronti da usare, ma per migliorare le vendite e portare il marchio a un nuovo livello venne adottata una nuova strategia di mercato: le collezioni flash. Queste erano composte per lo più da abiti che venivano commercializzati settimanalmente regalando ai clienti delle grandi soddisfazioni derivanti dal poter scegliere dei vestiti diversi per ogni settimana indipendentemente dalla stagione. In questo frangente, probabilmente, arrivò anche l’estremo successo del nuovo brand.

Gli anni Novanta e i giorni nostri

Dopo i primi grandi successi, la coppia di fondatori decise di espandere ulteriormente il proprio brand. Così arrivò il lancio sul vasto mercato del prêt-à-porter femminile, dove la concorrenza era veramente serrata. In questo modo, il brand finalmente si espanse e passò dagli abiti pensati principalmente per un pubblico giovanile a un pubblico più ampio. Anche questo, a tempo debito, diede i propri risultati. La linea di produzione venne rivolta a un pubblico molto più adulto, principalmente femminile, abbandonando progressivamente il concetto delle collezioni flash. Le proposte stavano così diventando più coordinate e mirate, in modo da rendere le creazioni del marchio più visibili su di un mercato che si espandeva alquanto velocemente. E se gli anni Novanta erano caratterizzati dall’espansione sul mercato italiano, i  Duemila videro l’azienda impegnarsi su quello internazionale. In ogni angolino del mondo vennero aperti oltre 800 punti di vendita dell’abbigliamento targati Pinko ed attualmente anche online si possono acquistare vestiti, borse, cappotti Pinko al miglior prezzo. A questo si aggiunsero altre 70 boutique aperte successivamente. Nel 2002 il fatturato del marchio toccò l’apice: ben 50 milioni di euro. Solo 11 anni più tardi questa somma raggiunse i 165 milioni di fatturato annuale confermandosi così una delle principale aziende di moda su scala globale.

I risultati dal 2014 ai giorni nostri

Pochi anni più tardi l’azienda contava oltre 150 negozi monomarca situati nelle più grandi città del mondo. e più di 1400 clienti multibrand. Solo in Italia vennero aperti più di 8 outlet che proponevano ai clienti una vasta scelta di abbigliamento tipicamente Made in Italy. Proprio grazie alla fedeltà verso la produzione italiana, nel 2016 Pinko è riuscita ulteriormente a migliorare le proprie prestazioni in termini di vendite e di fatturato raggiungendo ben 200 milioni di ricavi annuali venendo anche quotata nella Borsa. Attualmente la sua produzione viene richiesta da numerosi Paesi e nel mondo funzionano oltre 200 negozi monomarca sia di proprietà dell’azienda stessa che aperti in franchising. A testimoniare la qualità del marchio e la naturale cura verso tutti gli aspetti dei vestiti targati Pinko ci hanno pensato diverse modelle di fama planetaria. Tra le tante occorre ricordare Eva Herzigovà, Naomi Campbell, Erin Wasson, Carmen Kiss, Frankie Rauder e molti altri ancora. Tra le protagoniste delle pubblicità dell’azienda spicca, invece, la cantante Mariah Carey, da diversi anni ormai una nota fan della produzione del marchio Pinko e, più in generale, della moda Made in Italy.