Cronaca

Estorsioni e minacce ad avvocato vibonese, arrestati padre e figli: “Quel terreno lo pretendono” (VIDEO)

Il diritto di proprietà su un fondo agricolo non poteva essere esercitato. Impossibile persino la lavorazione e la vendita del terreno da parte del legittimo proprietario

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Un fondo agricolo di circa 700 metri quadrati ubicato nelle campagne di Sant’Angelo di Gerocarne, nell’entroterra vibonese, conteso da oltre un decennio. Da una parte un avvocato, già vittima di un tentato omicidio; dall’altra una famiglia che avrebbe preteso con le buone e soprattutto le cattive la proprietà di quel terreno. Una vicenda non nuova per i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno che questa mattina, supportati nella fase esecutiva, dai militari delle Stazioni di Soriano e Vazzano, hanno eseguito tre misure cautelari. Ai domiciliari sono così finiti Giuseppe Donato, 49 anni; Salvatore Donato, 24 anni; e Peppino Donato, 20 anni, padre e figli, tutti residenti a Sant’Angelo di Gerocarne. A vario titolo sono accusati di estorsione aggravata continuata, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di pistola. Il pm della Procura di Vibo Concettina Iannazzo aveva chiesto la custodia cautelare in carcere ma il gip Pia Sordetti ha concesso i domiciliari.

La vittima. A denunciare i tre è stato l’avvocato Rosario Lopreiato, già vittima del tentato omicidio avvenuto nel 2010 e per il quale è stato condannato in via definitiva proprio Giuseppe Donato. Le minacce di morte nei suoi confronti si sono protratte quindi per diversi anni ed evidentemente non si sono interrotte neppure dopo il grave fatto di sangue avvenuto il 23 giugno del 2010. Emblematica una frase intercettata dai carabinieri: “Penso che là c’è qualcuno la pretende quella terra”. A parlare è uno dei possibili acquirenti scoraggiato ad acquistare il terreno. Così l’avvocato Lopreiato, oltre a non poter esercitare il diritto di proprietà sul fondo agricolo, non poteva neanche procedere alla lavorazione. Addirittura – secondo quanto accertato dalle indagini – quella terra non poteva essere lavorata da alcuno.

Giuseppe Donato

Le intimidazioni. Le indagini sono iniziate il 15 ottobre 2017 quando nella frazione di Sant’Angelo di Gerocarne, durante la nottata, è stato appiccato un incendio ad un capannone di un soggetto ivi residente. Da lì è quindi scattata l’attività investigativa posta in essere mediante l’acquisizione dei filmati di videosorveglianza e grazie alle informazioni assunte sia nell’immediatezza dai militari della Stazione di Soriano Calabro sia in seguito dai militari del Norm. Le indagini, infatti, hanno consentito di raccogliere utili risultanze investigative in capo proprio a Salvatore e Peppino Donato, due fratelli con precedenti di polizia e ritenuti gli autori dell’incendio del capannone. In quella circostanza fu incendiato l’intero casolare ove erano custoditi, oltre ad alcuni capi di bestiame, un trattore che era stato utilizzato il giorno stesso per lavorare all’interno del fondo agricolo conteso. Ed è stato proprio questo l’elemento che ha indirizzato le indagini: di fatto gli inquirenti sono riusciti a ricostruire una vicenda che andava avanti già da tempo in relazione.

Salvatore Donato

Peppino Donato

Il terreno conteso. Il fondo in questione, di proprietà dell’avvocato vibonese, era da tempo oggetto di attenzioni da parte della famiglia Donato che cercava di impossessarsene con minacce e pressioni indirizzate al proprietario del fondo e a tutti i soggetti che si recavano nello stesso per lavorarlo. I militari, quindi, hanno ricostruito le intimidazioni verso l’avvocato vibonese più volte minacciato di morte anche mediante l’utilizzo di una pistola indebitamente detenuta. L’atteggiamento intimidatorio adottato dalla famiglia Donato era volto a far desistere, oltre al proprietario del fondo stesso, tutti i potenziali acquirenti del terreno e anche il proprietario del capannone incendiato. Non è un caso, infatti, secondo gli inquirenti, che oggetto del danneggiamento seguito da incendio del 15 ottobre 2017 sia stato proprio il trattore utilizzato il giorno precedente per completare i lavori nel fondo agricolo dell’avvocato. Da qui l’accusa per il padre e i suoi due figli che si sarebbero procurati un ingiusto profitto consistente nel possesso e nell’utilizzo del fondo ai fini del pascolo con conseguente danno per il legittimo proprietario che non avrebbe potuto esercitare liberamente il suo diritto di proprietà.

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