Cultura & Spettacolo

Quel sabato 17 novembre 1951: l’incidente ferroviario della “Littorina” tra Pizzo e Vibo Marina

Per l'anniversario la Pro Loco di Vibo Marina ha organizzato un work shop ed una mostra in quel disastro. Ecco cosa accadde in quel drammatico giorno

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Sabato 17 novembre alle ore 17 presso la “sala Timoneria”dell’Hotel “Cala del Porto” in via Roma di Vibo Marina, in occasione dell’anniversario della tragedia della “Littorina” avvenuta nel 1951, la Pro Loco ha organizzato un Workshop in memoria di quel disastro ma anche per sollecitare maggior attenzione alla salvaguardia del territorio. Introduce e coordina Massimiliano Dicosta presidente della Pro Loco di Vibo Marina; interventi di Pino Addesi, Enzo De Maria, Elia Gullo, Francesco Auguruso; prevista la presenza di alcuni testimoni di quel giorno. Per l’occasione, si potrà visitare anche la Mostra storico-fotografica curata da Maurizio Bazzano.

Quel sabato del 17 novembre 1951 “di colpo si fermò un’umanità in cammino”. Poco dopo le 5 del mattino crollava il “ponte Ciliberto”, posto sopra “Timpa Janca”, proprio durante il passaggio della Littorina che percorreva la vecchia strada ferrata della Mediterranea-Ferrovie Calabro Lucane. Mancavano solo 2,250 Km per arrivare a Vibo Marina e far scendere i passeggeri. In tante Comunità locali scese invece il silenzio ed un dolore profondo, insieme alla solidarietà che sa dare la gente semplice.




A bordo della Littorina. Il capotreno Giuseppe Pisani era a bordo di quella Littorina che effettuava la prima corsa della giornata, la n. 340. Era partita col buio alle 4.10 da Mileto; aveva sostato per far salire i viaggiatori nelle stazioni di San Costantino Calabro, Ionadi-Cessaniti, casello di Vena; aveva raggiunto Vibo Valentia alle ore 4.38 di quel sabato 17 novembre del 1951 e dopo poco era ripartita. L’automotrice ora scendeva lungo la linea ferrata, fendendo la collina che domina il Golfo; alle 4.59 giungeva a Pizzo ove scesero alcuni passeggeri, altri salirono.
Dopo le 5 la Littorina ripartiva con destinazione Vibo Marina. Aveva a bordo circa 35 passeggeri tra questi operai che dovevano prendere servizio al Cementificio di Vibo Marina, pastai dello Stabilimento “Gargiulo”, operai dell’Agip, insegnanti che dovevano prendere la coincidenza nella grande ferrovia, un gruppo di Carabinieri provenienti da Calimera e da San Costantino Calabro che dovevano eseguire i tiri al bersaglio a Vibo Marina accompagnati dal loro comandante Giuseppe Cristaldi.
Iniziava ad albeggiare, si intravedeva il porto, stavano per arrivare al capolinea dopo aver percorso circa 28 Km di linea in oltre un’ora di cammino. Il capotreno Pisani era in cabina insieme al conducente Giuseppe Scicchitano.

Tutto accadde all’improvviso. Quando l’automotrice giunse in località Mancari, e precisamente subito dopo la curva che precede il ponte Ciliberto, il capotreno si accorse che il tratto di binario sul ponte stesso era “più basso”di alcuni centimetri della restante linea”, quindi “chiudeva gli occhi gridando aiuto…aiuto!” “conscio che potevano crollare nel vuoto”. Il guidatore Scicchitano tentava con tutte le forze di frenare prima ancora che giungessero sul ponte ma non riuscì a bloccare la macchina, per la velocità della littorina, per la breve distanza dal ponte ove “si scorgeva l’anormalità del binario”. Superate le prime due arcate del ponte avvertirono “un’improvviso crollo". Precipitarono giù nel burrone a picco con la cabina verso il cielo…

Le vittime. I passeggeri deceduti nel disastro ferroviario, vennero accolti nella Chiesetta della “Madonnella” di Vibo Valentia. Ricordiamo Giuseppe Carbone, 31 anni di Delianova carabiniere scelto alla stazione Carabinieri di Rombiolo; Vero Berardo di 35 anni di Sordo San Basile residente a Vibo Valentia insegnante; Clementina Gradia di anni 45 di Vena Media, casalinga (accompagnava la figlia insegnante); Francesco Mazzitelli, 44 anni di Vena Media, operaio del Cementificio; Michele Comito, di anni 39 di Vibo Valentia operaio del Cementificio, Giuseppe Fresca, di anni 36 di San Costantino Calabro operaio del Cementificio, Francesco Mamone, di anni 31 di Vena Media, operaio del Cementificio, Giuseppe Francolino di anni 28 di Vibo Valentia, insegnante deceduto durante il trasporto in Clinica Banna; Antonio Cichello di anni 34 di San Costantino Calabro, operaio del Cementificio, in gravi condizioni decedeva a S. Costantino dopo alcuni giorni. Gregorio Chiarella di anni 44 di Vena Media, operaio del Pastificio Gargiulo di Vibo Marina ricoverato in gravi condizioni per diversi mesi alla clinica Teti di Sant’Onofrio.

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