Cronaca

Narcotraffico nel Vibonese, concessi gli arresti domiciliari a Pasquale Grillo

L'uomo era detenuto in carcere dal febbraio 2017 quando scattò l'operazione Stammer attualmente in corso al Tribunale di Vibo

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Il Tribunale di Vibo Valentia, accogliendo un’istanza avanzata dall’avvocato Giovanni Vecchio, ha disposto la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere applicata a Pasquale Grillo con quella degli arresti domiciliari. L'uomo si trovava detenuto dal mese di febbraio 2017 in forza del provvedimento di fermo emesso dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nell’operazione denominata “Stammer” che ha inteso disarticolare un’organizzazione di narcotrafficanti internazionale avente la sua base operativa nel vibonese ma con diramazioni nel resto del territorio nazionale e anche all’estero. A Pasquale Grillo, in particolare, viene contestata la partecipazione alla presunta organizzazione criminale con un ruolo qualificato di “organizzatore e finanziatore dell’associazione”. Oltre ad essere ritenuto un associato di primo livello, allo stesso si contesta un episodio specifico che è rappresentato dal tentato acquisto di oltre 1000 kg di cocaina dalla Colombia e di circa 800 kg di cocaina dalla Spagna e dall’Olanda, che sarebbe avvenuto nel periodo compreso tra agosto 2015 e gennaio 2017.




Il processo “Stammer” è attualmente alle battute conclusive innanzi al Tribunale di Vibo Valentia, mentre il troncone celebratosi nelle forme del giudizio abbreviato davanti al Gup di Catanzaro ha già registrato la sentenza di primo grado, che è stata emessa il 24 luglio scorso e che ha sostanzialmente avallato la tesi dei magistrati della Procura Distrettuale di Catanzaro. Quanto a Grillo, le ragioni che hanno portato alla degradazione della misura a suo carico risiedono nell’accoglimento delle richieste segnalate dall’avvocato Vecchio che, alla luce dello stato di avanzamento processuale e del tempo decorso dall’applicazione della misura, ha richiesto una nuova verifica del quadro cautelare, ritenendo la custodia in carcere non più rispondente ai criteri di adeguatezza e proporzionalità della misura. Il Tribunale vibonese, accogliendo le istanze difensive, ha così mandato agli arresti domiciliari l’imputato che attenderà il suo giudizio fuori dal carcere.

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