Cronaca

“Affari con i boss della ‘ndrangheta”: sequestrato patrimonio da oltre 200 milioni di euro

Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia e della Guardia di finanza due noti imprenditori operanti nel settore delle costruzioni. Ecco di chi si tratta

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I militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria e del Servizio centrale - con l’ausilio dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria di Milano, Torino, Alessandria, Agrigento e Novara - sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno eseguito due provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale diretta dalla presidente Ornella Pastore, su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto procuratore Gianluca Gelso, con i quali è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione del sequestro in relazione all’ingente patrimonio, valutato in 212 milioni di euro, costituito da imprese commerciali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibile a Domenico Gallo, 62 anni di Bovalino, imprenditore operante nel settore delle costruzioni edili e della fabbricazione e distribuzione di conglomerati bituminosi - e Gianluca Scali, 36 anni, di Roccella Jonica, attivo nel settore degli inerti e del calcestruzzo.




I provvedimenti fanno seguito al recente sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale in relazione al patrimonio riconducibile a Giuseppe Bagalà, 61 anni; Francesco Bagalà 28 anni; Luigi Bagalà 72 anni e Francesco Bagalà classe '77 - noto gruppo imprenditoriale della Piana, operante nel settore degli appalti pubblici - costituito da imprese commerciali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, stimato in circa 115 milioni di euro, che secondo l'accusa sarebbe stato ottenuto illecitamente grazie alla vicinanza ed alla contiguità alla cosca di 'ndrangheta dei “Piromalli”. I provvedimenti di oggi originano, tra le altre, dall’operazione denominata “Cumbertazione” condotta dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, conclusasi nel 2017 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 27 persone, indagate - a vario titolo - dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere semplice aggravata dall’art. 7, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, nonché di provvedimenti cautelari reali su 44 imprese, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro.

Nell’ambito di questo procedimento, attualmente pendente innanzi al Tribunale di Palmi, Gallo e Scali sono imputati per il delitto di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, i due imprenditori, operando in sinergia e attraverso le imprese a loro riconducibili, erano risultati in grado di controllare le commesse per le forniture di calcestruzzo e di conglomerati bituminosi imponendo le proprie forniture anche per la realizzazione di lavori facenti capo al predetto gruppo imprenditoriale dei “Bagalà”, con i quali erano in affari da anni.

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