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Depurazione, M5S lancia l’allarme: “In Calabria 48 comuni non in regola”. Quattro sono vibonesi

L'europarlamentare Laura Ferrara: "Quasi duecento impianti depurativi che non funzionano". Ecco l'elenco

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"Mezza Calabria in procedura d’infrazione per le gravi carenze del sistema depurativo". L’eurodeputata Laura Ferrara torna ancora una volta sul tema depurazione, e lo fa fornendo la lista dei comuni calabresi coinvolti nella nuova procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, la 2017-2181.




"Attraverso il Ministero dell’Ambiente siamo riusciti ad ottenere l’elenco degli agglomerati calabresi interessati da questa ennesima procedura d’infrazione - continua la Ferrara - la quarta per l’Italia. Ben 48 i comuni della nostra regione che presentano non conformità nel sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue. Un numero sconfortante che va ad aggiungersi ai 13 agglomerati  già condannati a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea del 2012, e per la quale dobbiamo pagare una multa salata di 25 milioni di euro e una sanzione di oltre 30 milioni per ogni semestre di ritardo nell'attuazione di misure necessarie per conformarsi alla sentenza. Ci sono poi 108 agglomerati coinvolti nella procedura d'infrazione 2014/2059 ed ora, questi ulteriori 48, sparsi per tutto il territorio regionale. Quasi duecento impianti depurativi che non funzionano a regime o che necessitano di importanti opere di riefficientamento, il tutto a spese della salute dei cittadini e danni ambientali di non poco conto. Non bastano più gli annunci e i finanziamenti a pioggia. Questi numeri sono allarmanti e ai calabresi bisogna dire la verità. Non basta lanciare la notizia del cronoprogramma degli interventi da finanziare. Bisogna dire ai cittadini che secondo quel piano i primi pochi risultati, arriveranno solo alla fine del 2020 e per gli altri ci vorrà addirittura il 2023. Ai calabresi bisogna raccontare, inoltre - conclude l’europarlamentare - che fino a ieri chi doveva evitare un sistema di depurazione colabrodo, chi doveva controllare, monitorare e tracciare i milioni di euro spesi nel comparto, non lo ha fatto ma non pagherà per questo, pagheremo invece noi e purtroppo non solo in termini economici".

 

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