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Ex consiglieri regionali con “vitalizi d’oro”. I numeri della “casta” vibonese

Il record va al democristiano napitino Antonio Borrello che prende un assegno mensile di oltre 7 mila euro. Non se la passano male l'ex presidente della Provincia Ottavio Bruni, il "comunista" Franco De Luca, e il "missino" Domenico Antonio Basile

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Si parla tanto di vitalizi dei parlamentari con il Movimento Cinque Stelle che ne ha fatto un “cavallo di battaglia”, tant’è che il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha proposto all’Ufficio di Presidenza una modifica, poi approvata, del regolamento interno in materia previdenziale, con il conseguente ricalcolo delle indennità degli ex deputati. Un battage pubblicitario messo in piedi al fine di recuperare terreno tra gli elettori che hanno scelto, in tanti, il soggetto politico pentastellato proprio perché disgustati dai privilegi della classe politica. Un clamore, però, che ha fatto perdere di vista un altro aspetto dei “privilegi della casta”: le indennità pensionistiche degli ex consiglieri regionali.

La proposta nel cassetto. Lo scorso mese di aprile il capogruppo in consiglio regionale della Calabria dei “Democratici progressisti”, Giuseppe Giudiceandrea, ha depositato presso gli uffici di Palazzo Campanella una proposta di ricalcolo dei robusti assegni mensili agli ex consiglieri regionali che hanno raggiunto l’età per andare in pensione. I beneficiari del vitalizio, dopo l’eventuale approvazione della legge, non rimarrebbero comunque a bocca asciutta; subirebbero, però, un taglio sostanziale dell’importo finale goduto ogni mese. Secondo i calcoli dell’entourage di Giudiceandrea, il risparmio netto per le casse della Regione sarebbe di 920mila euro all’anno. Ma dall’ora non si è saputo più nulla. La proposta di Giudiceandrea è rimasta nei cassetti. Pertanto, chi in passato ha occupato un seggio a Palazzo Campanella continua a ricevere un “mensile d’oro”, alla faccia del resto dei calabresi il cui stipendio medio a stenti arriva a 1000 euro al mese e con delle pensioni minime ferme a circa 500 euro. Tra questi anche gli ex consiglieri regionali vibonesi.

I “paperoni” vibonesi. In cima alla classifica il napitino, attuale consigliere comunale a Pizzo, Antonio Borrello, eletto per tre volte consecutive nella massima assise calabrese, che ogni mese si vede accreditare sul conto 7.797 euro. Anche il suo antico rivale, ai tempi della Democrazia Cristiana e del Partito popolare, Ottavio Gaetano Bruni, non se la passa male. L’ex presidente di centrosinistra della Provincia di Vibo Valentia (a cui molti imputano l’inizio del disastro finanziario dell’ente), passato all’Udc (partito organico al centrodestra) nel 2011, si ritrova con un vitalizio di 3.786 euro. Anche il suo “figlioccio” politico, Pietro Giamborino, non se la passa male: 4.023 euro mensili. Altro democristiano di razza sul gradino più alto del podio, beneficiario di un emolumento di circa 7.000 euro Domenico Romano Carratelli (Margherita e dopo Forza Italia). Si deve accontentare, si fa per dire, di 3.846,95 euro l’avvocato ed ex sindaco di Joppolo Salvatore Vecchio, che oltre a rivestire la carica di consigliere regionale dal 1990, è stato anche vicepresidente della Provincia di Catanzaro e poi assessore al Bilancio di quella di Vibo Valentia. Quindi, il sancalogerese Michele Ranieli, eletto in consiglio regionale nel 1995 in quota Cdu e già assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione e poi alla Formazione professionale: per lui 3.077,56 euro mensili.

Da sinistra a destra. Passiamo a sinistra, il comunista (oggi Partito democratico) Franco De Luca si vede riconosciuto un assegno mensile di 5.699 euro. Un impegno per oltre mezzo secolo al servizio del partito ampiamente ricompensato. Infine la destra. In questa area politica a  giovarsi della vergognosa disciplina sui vitalizi ai consiglieri regionali i fratelli Basile, che insieme al senatore Franco Bevilacqua, hanno spadroneggiato nella fu Alleanza Nazionale. Domenico Antonio Basile, laurea in ingegneria, inizia la sua attività politica nel 1983 nel Movimento Sociale Italiano. È consigliere e assessore comunale, componente del comitato centrale del MSI (dal 1990), segretario zonale di Vibo Valentia (dal 1992). Aderisce successivamente ad Alleanza Nazionale, di cui è presidente provinciale del partito ed eletto alla Camera dei deputati nel 1994. Dal 2002 al 2005 è assessore regionale della Calabria con delega all’Ambiente. A giugno 2008 diventa eurodeputato, subentrando ad Adriana Poli Bortone nel frattempo eletta al Parlamento nazionale. Iscritto al gruppo dell’Unione per l’Europa delle Nazioni, nel 2009 vota contro la risoluzione “anti-assenteisti”, che impone di pubblicare sul web le presenze all’europarlamento. Oggi incassa dalla Regione una indennità di 3.702 euro. La sorella Maddalena: 3.897 euro. In due 7.500 euro mensili. Chiudiamo in bellezza con l’imprenditore napitino Francescantonio Stillitani: 6.808,31 euro mensili. Una marea di soldi erogati dalle casse regionali. E intanto, in Calabria, la gente comune ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese, le imprese continuano a chiudere, il degrado a crescere e i giovani cervelli della nostra regione ad emigrare.

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