Cronaca

La “discarica dei veleni”, un business inquietante e il boom di tumori nel Vibonese

Un pavido silenzio rischia di chiudere gli occhi sulle nefandezze commesse dall'uomo a San Calogero dove sorge quella che per la Procura di Vibo è "la discarica dei veleni più grande d'Europa" e che oggi è tornata d'attualità dopo l'omicidio del migrante maliano

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di VINCENZO VARONE

Mai chiudere gli occhi sulle nefandezze dell’uomo. Mai coprire sotto una coltre di pavido silenzio gli anni dell’abbandono, del saccheggio sistematico del territorio, compiuto da gente senza scrupoli. Chi lo fa, in questi casi, diventa complice dell’andazzo e del disordine costituito creato solo ed unicamente per questioni di natura economica. E’ il caso della più volte dibattuta vicenda dell’ex fornace di località “La Tranquilla” sita sulla statale 18 tra Mileto e Rosarno, nel territorio di San Calogero, diventata secondo la Procura della Repubblica di Vibo Valentia “la discarica dei veleni più pericolosi d’Europa”. Un business dai contorni inquietanti rimasto senza colpevoli.

Boom di tumori. Un’area immensa dove tra il 2000 e il 2007 avrebbero trovato posto i rifiuti provenienti dalle centrali termoelettriche a carbone di Brindisi, Priolo e Termini Imerese. Metalli pesanti di ogni genere che sarebbero stati sotterrati da questa parti, secondo le risultanze dell’operazione dell’inchiesta denominata “Poison”, condotta a suo tempo dal procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo e dal sostituto Franco Garofalo. Una discarica da far venire i brividi, in mezzo agli agrumeti e a pochi passi da “Piana delle Querce” dove in un tempo remoto, mai dimenticato, le serate d’estate erano illuminate dalle lucciole. Un luogo, mai bonificato, dove sono stati smaltiti in maniera illecita e criminale 135 mila tonnellate di rifiuti pericolosi che di conseguenza ogni giorno sprigionano nell’ambiente circostante i loro veleni e le loro schifezze. Basti pensare che nella zona in questione negli ultimi anni sono anche cresciuti i casi di patologie tumorali.

Scempio ambientale. Qualche tempo su questo scempio dell’ambiente era anche intervenuto, attraverso “Gazzetta del Sud”, il parroco della cattedrale di Mileto don Mimmo Dicarlo ponendosi queste domande. “Perchè non si interviene? Perché i rappresentanti delle varie istituzioni non fanno quadrato di fronte a questa situazione così drammatica? Perché non si trovano le risorse per procedere, finalmente, alla bonifica di questa area? Qual è il prezzo che dobbiamo ancora pagare? Quanti funerali dobbiamo ancora celebrare prima che ci renda conto di quanti danni stanno producendo questi veleni ?“. Domande rimaste senza risposta.

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