Politica

Braccio di ferro su Paolo Savona, ecco perchè il professore preoccupa l’establishment europeo

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Lega e Cinquestelle stanno tentando non senza fatica a riaffermare il primato della politica

di ALESSANDRO DE SALVO

Nel 2015 il Prof. Paolo Savona, insieme ad altri apprezzati economisti ed accademici italiani, ha elaborato, curandone gli aspetti tecnici, “ un piano b per l’Italia “ ( https://scenarieconomici.it/il-piano-b-per-litalia-nella-sua-interezza/ ), un ambizioso progetto di uscita unilaterale dell’Italia dall’euro basato su solidissime basi scientifiche, presentato sia a Roma che a Vibo Valentia in occasione dell’edizione 2016 del Festival per l’Economia.

È dunque evidente che il solo pensiero che la poltrona del Dicastero dell’Economia possa essere occupata da Paolo Savona faccia rabbrividire chi siede ai piani alti della finanza e della politica europea. Ed ecco pronta la scure dello spread: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi allarga la sua forbice, facendo prepotentemente riapparire lo spettro della tenuta dell’elevato debito pubblico italiano, presupposto che impedirebbe l’adozione di misure economiche espansive, quelle proposte da Lega e 5 Stelle nel contratto di Governo, flat tax e reddito di cittadinanza in primis. Da qui nasce il braccio di ferro politico – istituzionale in corso che vede protagonisti il Premier incaricato, i leader politici che hanno vinto le elezioni ed il Presidente Mattarella.

La posta in gioco è altissima: i Partiti di maggioranza appaiono orientati a voltare pagina e a sovvertire il primato della finanza sulla politica, determinato dalla struttura giuridica dell’eurozona, mentre il Presidente della Repubblica sembra rimanere su posizioni decisamente più conservative non intendendo alterare lo status quo. Non sappiamo se Paolo Savona diventerà Ministro e in tale ipotesi se manterrà coerenza con i suoi recenti orientamenti in tema di eurozona, ma è abbastanza evidente che Lega e 5 Stelle stiano tentando di riaffermare il primato della politica sulla finanza per come, tra l’altro, imporrebbe il nostro ordinamento costituzionale e sempre che, in divenire, non cambino idea.