Cultura & Spettacolo

La grande attenzione del Vaticano verso i luoghi cari a Natuzza Evolo

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Si avverte l’esigenza di mettere finalmente la parola “fine” alla vicenda triste e dolorosa dello scontro tra la fondazione e il vescovo

In questi momenti di dura contrapposizione sulla riforma dello statuto, che dura ormai da mesi e che vede protagonisti la diocesi e la fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, nei luoghi di Mamma Natuzza viene ricordata la grande attenzione che il Vaticano ha continuamente riservato alla fondazione umanitaria “Cuore Immacolato di Maria Rifugio della Anime” e alla sua fondatrice spirituale Natuzza Evolo, umile serva di Dio, morta in odore di santità il primo novembre del 2009.

Un’attenzione iniziata già sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, che alcuni anni fa benedisse a Piazza San Pietro, presente Natuzza Evolo, i cenacoli di pr eghiera e l’allora vescovo della diocesi mons. Domenico Tarcisio Cortese, don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano il primo mattone del costruendo santuario mariano di Paravati. Di quella visita nella capitale è rimasta viva, in particolare, nella memoria di molti un’immagine piena di tenerezza in cui si vede Natuzza in piazza San Pietro accompagnata da padre Michele Cordiano, il sacerdote che lei stessa alcuni anni prima aveva indicato come la figura giusta per dare impulso e vigore al progetto umanitario di Paravati.
La posa della prima pietra avvenne, poi, qualche anno dopo l’otto giugno 2002, alle 19,45 in punto, alla presenza della Messaggera della Madonna, del vescovo monsignor Domenico Tarcisio Cortese e di quasi ventimila persone. Un momento indimenticabile.

Ed il ricordo vola anche alla visita compiuta nel 2010 da una delegazione comunale a Papa Benedetto XVI. Il gruppo, guidato dall’allora sindaco Vincenzo Varone e accompagnato dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo, venne accolto, in Vaticano nella sala Nervi, da Papa Benedetto XVI, che nel suo discorso salutò personalmente la delegazione miletese. Durante quell’incontro, il sindaco Vincenzo Varone, con accanto il vescovo Renzo, ebbe modo di offrire personalmente al Santo Padre, un quadro pensato dagli amministratori di “Palazzo dei Normanni” e realizzato dal maestro orafo vibonese Michele Lo Bianco, utilizzando l’antica tecnica di incisione a bulino e traforo con l’archetto. Il primo cittadino illustrò al Pontefice il contenuto dell’opera d’arte che comprendeva alcuni luoghi tra i più significativi della storia di Mileto: la Cattedrale, di cui ricorreva quell’anno l’ottantesimo anniversario della sua edificazione; la cittadella mariana, compreso il santuario allora in fase di realizzazione a Paravati e oggi completato grazie alle generose offerte dei fedeli, con in primo piano il Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e la mistica con le stimmate Natuzza Evolo che guarda in direzione della Madonna e della grande chiesa. Ed ancora: una riproduzione del follaro che è la moneta che si coniava nell’antica zecca di Mileto antica.

Giorni che oggi sembrano lontani da quel clima di grande attesa ed entusiasmo di allora. Ma tutto – nonostante le fibrillazioni di questo periodo, davvero impensabili fino a poco meno di un anno fa – è ancora saldamente in piedi . “Lo stappo tra la fondazione e il vescovo Luigi Renzo – è il commento di chi sa vedere oltre le polemiche – si può e si dovrà ricucire”. Al di là del chiacchiericcio di questi ultimi mesi ci sono, infatti, tutte le condizioni per mettere la parola “fine” ad una vicenda triste e dolorosa.

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