Cronaca

Duplice tentato omicidio di Sant’Eufemia, Catanea al giudice: “Ho sparato per difendermi”

Convalidato il fermo e applicata la misura cautelare in carcere dal gip di Palmi. L’indagato risponde all’interrogatorio di garanzia

È stato convalidato il fermo di Angelo Catanea, il 34enne accusato del duplice tentato omicidio dei fratelli Giuseppe e Pasquale Panuccio compiuto a Sant’Eufemia d’Aspromonte. Il giudice per le indagini preliminari Barbara Borelli ha applicato la misura cautelare in carcere dopo avere effettuato l’interrogatorio di garanzia. Catanea, secondo quanto appreso, ha risposto alle domande del giudice e del pubblico ministero Anna Pensabene.

Angelo Catanea

Difeso dall’aggressione  Accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Girolamo Larosa e Antonino Curatola, il 34enne si è difeso sostenendo di non avere compiuto un agguato, ma di essersi difeso da un’aggressione dei fratelli Panuccio. Secondo il racconto di Catanea, la mattina del 5 febbraio scorso sarebbe stato incrociato per strada dai fratelli Panuccio che, dall’auto sulla quale viaggiavano, gli avrebbero fatto cenno di fermarsi. Appena scesi dall’auto, i due si sarebbero scagliati contro di lui. Catanea era armato e avrebbe sparato un colpo per intimidire i suoi presunti aggressori. Mentre, però, Pasquale Panuccio si sarebbe fermato, Giuseppe lo avrebbe caricato. Catanea ha affermato di avere sparato per difendersi. La sua colpa, avrebbe detto nell’interrogatorio, sarebbe stata quella di essere armato. Non avrebbe spiegato, però, il perché girasse con una pistola 7,65 in tasca né da chi l’avrebbe acquistata. Quindi la sparatoria di località Ponte Crasto sarebbe stata conseguenza di una colluttazione e non di un agguato. Nessun appostamento né premeditazione da parte di Catanea, ma di una semplice lite finita male.

Relazione pericolosa Come svelato da Gazzetta del Sud nell’edizione di ieri, il movente individuato dagli inquirenti sarebbe da ricercare nelle presunte avances fatte da Catanea alla moglie di Giuseppe Panuccio. Dalla lettura del fermo emesso dalla procura di Palmi, pare che i fratelli Panuccio dalle prime ore del mattino stessero cerando Catanea. Per questo motivo si sarebbero presentati a casa dell’uomo e, non trovandolo, avrebbero detto alla moglie delle presunte molestie di Catanea ai danni della moglie di Giuseppe Panuccio. Quest’ultimo, infatti, avrebbe saputo qualche giorno prima di una relazione telefonica intrattenuta dalla moglie con Catanea. Gli inquirenti ricostruiscono la vicenda nel giro di un paio d’ore dalla sparatoria. Dopo il trasporto in ospedale dei due feriti – Giuseppe colpito a una gamba e Pasquale al collo –si precipitano al Riuniti i loro parenti e alla madre, uno dei fratelli confessa che non erano rimasti coinvolti in un incidente stradale, ma che erano stati sparati da Angelo Catanea. Giuseppe Panuccio riferisce alla madre che l’uomo importunava sua moglie e si erano incontrati per chiarire la vicenda. Da lì era partita la caccia all’uomo durata dieci giorni. Le ricerche del fuggitivo si sono concluse giovedì mattina quando Catanea si era presentato alla caserma dei carabinieri di Sant’Eufemia per consegnarsi.