Cronaca

Picchiano e minacciano di morte un ambulante per un posto al mercato, tre arresti (VIDEO-FOTO)

In carcere finiscono due marocchini ed un reggino. Avrebbero persino investito la bancarella della vittima con un furgone. Sono accusati anche di estorsione

Minacce, danneggiamenti, percosse perpetrati ai danni di un ambulante per costringerlo ad interrompere la vendita di scarpe all’interno dei mercati rionali di Largo Botteghelle e piazza del Popolo a Reggio Calabria. Con queste accuse i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, con il supporto in fase esecutiva dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia nei confronti di tre persone. Si tratta dei marocchini Anouar Azzazi, 34 anni, e Abderrazak Azzazi, 69 anni, e del reggino Gabriele Foti ,26 anni, tutti residenti a Reggio Calabria e tutti ambulanti mercatali. 

Gabriele Foti

Anouar Azzazi

Abderrazak Azzazi

Le accuse. I tre devono rispondere dei reati di  estorsione, lesioni personali e illecita concorrenza con violenza e minacce, aggravati dalle modalità mafiose. Gli arresti giungono all’esito di un’articolata attività d’indagine avviata a partire dal mese di ottobre 2017 sotto il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, che ha consentito di documentare ripetuti episodi di minacce, danneggiamenti e percosse perpetrati ai danni di un ambulante.
In particolare, i tre arrestati, presentandosi come unici detentori del potere di “concedere” la possibilità di operare nell’area mercatale, in quattro occasioni avrebbero aggredito fisicamente l’uomo, minacciandolo  di morte e danneggiando il banco vendita, finanche giungendo, nell’ultimo episodio, a investire la bancarella della vittima con un furgone.
Ai tre destinatari della misura cautelare è stata quindi imputata l’aggravante del metodo mafioso e sono stati quindi trasferiti all’interno della casa circondariale “Panzera-San Pietro”. 

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