Economia & Società

‘Ndrangheta a Vibo, scontro tra Curia e Borrello: “Ignora cosa è Libera e cerca visibilità”

Dura reprimenda da parte della Chiesa locale che replica alle accuse lanciate dal referente provinciale di Libera la scorsa settimana

Libera aveva puntato il dito contro tutti. Stato e Chiesa, associazioni e società civile. Di un “fallimento” generale parlava nella lotta alla ‘ndrangheta. Parole forti, insomma, che non sono passate inascoltate. E la Diocesi, infatti, non ha tardato a rispondere, spiegando come quanto affermato dal referente dell’associazione antimafia Giuseppe Borrello, in vista della Giornata regionale della Memoria delle vittime della mafia programmata a Vibo per il prossimo 21 marzo, susciti “meraviglia ed un senso di sconcerto. Con espressioni abusate e luoghi comuni – chiosano – accusa di “totale fallimento”, oltre a tutte le altre realtà istituzionali, anche la Chiesa e i suoi parroci che, a suo giudizio, ‘non rimangono immuni dall’onta dell’ambiguità’ davanti al grave e nefasto fenomeno della ‘ndrangheta. In verità abbiamo la convinzione che la benemerita associazione Libera non condivida affatto questi falsi assunti”.

La risposta. Per l’ufficio diocesano, Borrello, “evidentemente ignora che l’Associazione nazionale è stata fondata da un sacerdote, come dimostra di ignorare, o vuole ignorare, che il referente regionale è stato nel passato ed è oggi un sacerdote; che il referente provinciale di Vibo fino a pochi mesi fa era un Sacerdote. Ignora inoltre come l’Episcopato Calabro, soprattutto in questi ultimi 50 anni, ben oltre quindi il 1996 quando è nata Libera, si stia muovendo sia con Documenti disciplinari e di denuncia, sia con Orientamenti pastorali, per estirpare alla radice la piaga della ‘ndrangheta, ‘negazione del Vangelo’ e quindi ‘religione alla rovescia’, come è stata dichiarata”. E ancora: “Ignora quanto la Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea col suo vescovo mons. Luigi Renzo si stia prodigando prima con un ‘Direttorio delle Feste religiose’ (2009) ed a seguire con un Regolamento sulle Processioni e con ‘Norme per una degna celebrazione dei Sacramenti e svolgimento cristiano delle esequie’ (2015) perché tutte le manifestazioni religiose siano purificate dagli elementi che ne ammorbano la natura”. Una replica senza e senza ma, insomma, che prosegue e, infatti, dalla Diocesi incalzano: “Ignora che, per attuare coraggiosamente queste norme, diversi parroci, contrariamente a quanto da lui affermato, stanno pagando di persona, subendo sulla pelle minacce e gravi atti intimidatori; ignora che la Diocesi, coerente con la sua missione evangelizzatrice di formare le coscienze ad una mentalità cristiana ed al rispetto delle regole della convivenza civile, da più tempo ha avviato una Scuola di formazione alla Dottrina Sociale della Chiesa anche con dibattiti di piazza e con incontri sulla tematica nelle scuole e che quest’anno il tema attivato è ‘La ‘ndrangheta è l’antivangelo’; ignora che da più anni la Diocesi, col progetto Policoro della Cei, sta favorendo tra i giovani la nascita di Cooperative di lavoro, una delle quali è proprio quella “Talità Kum” con due sacerdoti animatori, che qualche anno fa ha subito come ritorsione il taglio di “mille piante di ulivi” perchè non si è piegata all’estorsione malavitosa”. Un lungo elenco che prosegue per rammentare altresì che “la celebrazione della Giornata della Memoria svolta lo scorso anno a Locri è avvenuta con la partecipazione attiva della Chiesa calabrese, ben rappresentata dai suoi Vescovi e che a quella di quest’anno, da tenersi prossimamente a Vibo, il vescovo Renzo e la nostra Diocesi hanno dato piena adesione. Se questa è ‘ambiguità’, o connivenza!”.

Le conclusioni. Non ci sta, quindi, la Diocesi a finire nel tritacarne del referente di Libera e “con questi presupposti, il Sig. Borrello, invece di fare proclami di circostanza e sparare con colpi bagnati alla ricerca forse di notorietà, farebbe bene ad informarsi e ad impegnarsi nella formazione alla vera legalità, per come hanno fatto e fanno da sempre gli amici di Libera. Per quanto ci riguarda – concludono – la nostra Chiesa locale, senza cercare visibilità esteriore e senza proclami eclatanti, opera nel silenzio con l’atteggiamento tipico della mamma che accompagna la crescita dei figli e soffre quando qualcuno si mette su strade sbagliate, facendo tutto il possibile per ricuperarlo e riportarlo sulla strada giusta del rispetto delle regole e del bene comune”.

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